Diciotto appuntamenti, da dicembre a maggio, tra Padova, Venezia e Verona. E’ il ricco programma di Evoluzioni, la prima rassegna di danza contemporanea promossa dal Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale. Il sipario si alza martedì 8 dicembre (ore 20.45) al Teatro Verdi di Padova con la Compagnia Virgilio Sieni. Ad essere portato in scena sarà Le Sacre, rilettura de “La Sagra della Primavera” di Igor Stravinskij, introdotta da “Preludio” su musica di Daniele Roccato. Mercoledì 9 (ore 20.30), invece, la compagnia si sposterà al Teatro Goldoni di Venezia dove presenterà Kore, assolo ispirato al testo del filosofo Giorgio Agamben “La ragazza indicibile” dedicato al mito di Persefone.

LE SACRE_Compagnia Virgilio Sieni_foto Rocco Casaluci (1)

Raffinata icona del classicismo, “La sagra della primavera” di Stravinskij trova nuove inaspettate suggestioni grazie alle geniali intuizioni di Virgilio Sieni. Quest’ultimo, a proposito del suo lavoro dichiara: “Ho scelto di frequentare la musica di Igor Stravinskij e l’universo del rito con l’intento di iniziare un cammino nella frammentazione e la composizione del corpo coreografico, per intravedere il luogo che si presenta al rito nell’oggi del corpo. Mi piacerebbe che la coreografia guardasse al primitivo come forma leale di scavo verso la propria archeologia, un’archeologia di ossa, allineamenti sottili, corrispondenze neurali, muscolari, tendinee, molecolari, fatti che ci danno al mondo: in questo senso Il tema della danza diventa urgente in quanto si pone come avamposto sul territorio delle abitudini; il gesto che nasce dall’ascolto dell’ambiente interno e esterno accenna dunque a quell’ignoto che scorre ai bordi della nostra vita. Danzare la Sagra rappresenta infine un’opportunità per rovesciare alcuni modelli colonialisti della coreografia occidentale, dove il rito appare esclusivamente come forma barbara”.

KORE_Compagnia Virgilio Sieni (4)
Kore è invece definito un manifesto sulla femminilità, ma anche l’impulso a superare tutto ciò che è umano lasciandoci intravedere il viaggio ininterrotto dell’uomo. Con questo spettacolo il direttore di Biennale Danza affronta tre viaggi. Ogni viaggio parte dall’oggi per lasciarsi affascinare dal passato. Il corpo e la danza di Ramona Caia la fanno diventare prima bambolina (Korai sono le bamboline che venivano appese ai rami in prossimità di un tempio), poi ombra (animale e Dio assieme), infine madre e vergine. Il suo movimento è un miracolo di precisione nella postura e nel gesto. Un movimento che di quadro in quadro muta di accento, senza abbandonare mai quella relazione tra inciampo del corpo e meraviglia della danza.

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