Cominciamo una nuova rubrica Pliè di pagina , letture ed approfondimenti che ci auguriamo creino interesse e curiosità in chi di danza vive, ma anche in chi la danza la conosce poco o voglia andare oltre l’attualità. Così come è sempre nello spirito del nostro dance magazine. 

Approfondimenti che pubblicheremo anche in più di una puntata.

A firmare la rubrica Gabriella Stazio, editore di Campadidanza, ma prima di tutto coreografa, danzatrice, manager culturale.

 

(seconda parte – vai al link per la prima parte)

La danza moderna inizia la sua implacabile e continua erosione di questi principi,la sua opera rivoluzionaria e sovvertitrice. Con cosciente e crescente lucidità  rifiuta il codice ed il sistema di movimento del balletto ed inizia la ricerca di possibilità di una  espressione corporea diversa, alternativa.

Legandosi al quotidiano, alle passioni, alle pulsioni, alle paure di ognuno di noi, si pone come obiettivo quello di risvegliare la danza dal lungo sonno in cui si trova, riportandola all’origine della sua storia, di movimento come bisogno,come movimento rappresentativo, simbolico, di comunicazione non verbale.

Attraverso una ricerca costante ed intransigente, vede proprio nel rapporto forma-contenuto il fulcro della sua continua sperimentazione.

“La bella addormentata” deve ritrovare contatto con il reale, con il nuovo mondo che la circonda. L’arte dice Braque è fatta per disturbare.

Sono le donne le prime a trovare stretti i tutù e scomode le scarpe da carlson-doublevisionpunta,poiché sono loro a doverli indossare ed a dover incarnare il modello femminino costruito da una secolare cultura maschile creata da teorici della danza e coreografi uomini.

La donna degli inizi del ‘900 vede trasformato il proprio ruolo sociale ed economico, la sua quotidianeità,ma non la sua immagine.Lavora al posto degli uomini chiamati alle armi dal primo conflitto mondiale,manda avanti l’economia e l’industria,ma non vota,non è riconosciuta come essere in sé.Anche l’arte,o meglio la creazione dell’arte è esclusivo appannaggio maschile,poiché alla donna è data la possibilità di interpretare la danza,ma non di crearla.

I primi pionieri della danza moderna sono donne e sono americane;infatti la danza moderna sembra nascere negli Stati Uniti anche se inizia il suo percorso in maniera meno visibile e prepotente già nell’Europa di fine ottocento,da dove prende il suo primo impulso innovatore.

Negli Stati Uniti si assiste alla fusione delle varie culture europee che arrivano comunque di riporto,in un certo senso deteriorate,con le millenarie culture degli indigeni vinti e sterminati. Essendo privi di una propria cultura di danza imperante come il balletto,gli Stati Uniti rappresentano un terreno fertile ed adatto alla nascita di nuove forme di espressione coreutica.

Il termine stesso danza moderna  o modern dance, è statunitense e viene coniato dal critico americano John Martin (1983/1985),il primo che tenta di dare una definizione a questo fenomeno artistico del tutto nuovo.

Con questo termine John Martin intende definire tutte quelle forme di danza che non sono la danza classica ,con esclusione della tap dance e delle danze etniche e della romantic dance,ovvero della danza moderna di inizio ‘900.

Un  termine-contenitore che al suo interno racchiude stili,tecniche, tendenze e forme artistiche create tra gli anni ’20 e gli anni ’50 negli Stati Uniti ed aventi tutte la stessa matrice modern.

Oltre la corrente modern statunitense, contemporaneamente e parallelamente nasce la danza libera centro europea che interagisce e dialoga  ininterrottamente con la corrente statunitense in un confronto dialettico che inizia a metà/fine 800 con François Delsarte  (1811/1871) e continua ancora oggi.

I primi anni del ‘900 in Europa sono testimoni di una rottura radicale del pensiero filosofico,che abbandona la fiducia positivista e razionalista per addentrarsi nell’ uomo e nelle sue problematiche.

Nel campo artistico la nuova vision dell’uomo e del senso dell’esistenza provocano uno strappo con il passato e con la tradizione.Questa rivoluzione porta ad una frattura totale con le forme statiche precedenti creando una nuova avanguardia artistica “militante” con l’intento di infrangere le barriere sociali e della tradizione.Questo clima liberatorio presente in modo particolare in tutta la cultura tedesca,penetra in tutte le forme artistiche e quindi anche nella cultura del corpo e nella danza.

Le teorie delsartiane  ed il loro diffondersi infatti offrono lo spunto  per i primi innovativi e radicali cambiamenti sia negli Stati Uniti che in Europa. L’opera di sperimentazione e di ricerca di alcuni pionieri della modern dance americana e della danza libera europea,le loro intuizioni ed esperienze corporee,portano poi alla definizione delle caratteristiche di base di questa nuova forma d’arte.

Infatti la danza moderna statunitense riesce a svilupparsi come tradizione di danza autoctona dagli inizi del novecento ad oggi senza subire battute di arresto. In un paese animato dallo spirito pionieristico, giovane e coagulo di razze in cui il repertorio classico occidentale non era mai riuscito veramente ad attecchire se non come cultura di riporto, l’esigenza di nuovi linguaggi espressivi trova voce nella corrente della modern dance statunitense.

pina-bausch-springIn Europa dove la cultura del balletto classico è nata ed ha trovato i suoi più importanti artefici e teorici,saldamente radicata in una tradizione secolare,la danza libera centro europea si trova a scontrarsi con una cultura di danza,il balletto, ancora oggi imperante.Inoltre gli avvenimenti politici che agitano l’Europa centrale e la Germania in particolare,impedirono a molti artisti e creatori,perseguitati dal regime nazista ,di potersi esprimere attraverso una nuova cultura di danza.Mentre l’America ha continuato per tutto il ‘900 a creare nuovi linguaggi espressivi,la danza libera centro europea ha dovuto forzatamente interrompere il suo cammino,per poterlo riprendere solo intorno agli anni ’70.

Sebbene i due movimenti culturali nascano e si sviluppino in diretta connessione,la modern dance americana ha potuto godere di un contesto storico e culturale che ha favorito la sua nascita,il suo sviluppo,la sua continuità e la sua diffusione. Infatti superato il primo stadio iniziale di diffidenza, la modern dance americana riesce a trovare una sua precisa configurazione come arte moderna nel suo paese di origine. Per la danza libera centro europea e le sue correnti successive,questo percorso sarà molto più complesso, fino ad arrivare al paradosso che in alcuni contesti culturali la danza moderna più in generale, non è del tutto riconosciuta come danza dalla stessa cultura e dalla stessa società che l’ha generata.

 

 Gabriella Stazio

Creative voice – Alvin Nikolais – in copertina

Double vision – Carolyn Carlson

La sagra della primavera – Pina Bausch

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Direttore artistico, manager ed insegnante del centro internazionale "Movimento Danza”, fondato a Napoli nel 1979 ed accreditato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come "Organismo di Promozione Nazionale della Danza”. Coreografa e direttore artistico della pluripremiata "Compagnia Movimento Danza" e del "Performing Arts Group". Direttore artistico ed event manager di rassegne, festival, eventi e bandi di danza contemporanea. Promotrice italiana e direttore artistico della "Giornata Mondiale della Danza". Editore di "Campadidanza Dance Magazine". Presidente di "Sistema MeD - Musica e Danza Campania", associazione aderente all’Unione Regionale Agis Campania.