Coefore
"Coefore Rock&Roll" di Enzo Cosimi. Foto di Alessandra Rosa

AVELLINO – Coefore Rock&Roll è stato presentato dalla Compagnia Enzo Cosimi al Raid Festival di Solofra il 9 settembre. È il secondo capitolo dell’Orestea – Trilogia della vendetta, lavoro coreografico ispirato alla trilogia tragica di Eschilo, autore greco del V sec. a.C. Un progetto che ha avuto inizio nel 2019 con Glitter in my tears – Agamennone e che si concluderà a novembre al RomaEuropa col debutto di Le lacrime dell’eroe. 

Temibili visioni

Tenebroso, punk, macabro, Coefore Rock&Roll offre agli spettatori visioni da incubo. Incubo d’infanzia: l’atmosfera e i costumi foschi sono infatti controbilanciati da coperte colorate e peluche, che ricoprono la scena per tutta la durata dello spettacolo. Un rimando all’infanzia di Oreste e al ricordo della madre, Clitennestra, che il protagonista uccide per vendicare la morte del padre Agamennone.

Nella performance della Compagnia Enzo Cosimi la narrazione della tragedia greca lascia il posto a una serie di quadri che si susseguono evocando fantasmagoriche suggestioni. L’oscurità dei Secoli bui, abitati da sagome mascherate da Morte; la sacralità sanguigna di un rituale arcano; la forza trasgressiva della chitarra elettrica. Ma anche la sadica risata fanciullesca dei danzatori quando lottano lanciandosi peluche, e le sfilate da passerella, alla fine, per ricevere gli applausi dal pubblico disposto su ogni lato del palco.

Un calderone di elementi eterogenei, appartenenti a epoche, situazioni e culture diverse, elaborati in un unico evento coerente

“Coefore Rock&Roll” di Enzo Cosimi. Foto di Francesco Carbone

 Spettatori perplessi

Dei tre spettacoli che compongono la Trilogia della vendetta, ha raccontato il coreografo Enzo Cosimi, Coefore Rock&Roll è quello più versatile. Uno spettacolo a metà tra la pura coreografia e la performance, l’happening, con dettagli che variano dunque di serata in serata.

Nella messa in scena a Solofra il 9 settembre, infatti, due dei quattro interpreti si sono esibiti per la prima volta in questo lavoro. L’esecuzione delle danzatrici e dei danzatori, però, presentava purtroppo qualche sbavatura, momenti di incertezza e di non perfetta sincronia. Nonostante i corpi scultorei e gli elaborati virtuosismi tecnici e acrobatici, alcuni interpreti peccavano di presenza scenica

Poco convincente la presenza scenica di Lady Maru, musicista techno sperimentale dall’indubbia maestria nel suonare la chitarra elettrica. Al portamento della musicista è forse mancato quel carisma oscuro che avrebbe reso la sua partecipazione all’evento coreografico ancora più memorabile. Limitati gli assoli di chitarra, che il pubblico desiderava poter ascoltare più a lungo.

I costumi molto essenziali, forse troppo: liberate dalle tuniche scure, le danzatrici hanno danzato con solo un body effetto nudo.

“Coefore Rock&Roll” di Enco Cosimi. Foto di Alessandra Rosa

Poco chiaro il motivo drammaturgico per cui i quattro danzatori durante la performance si sono svestiti e, in seguito, hanno indossato di nuovo la tunica nera. Un cambio costume in scena che ha messo in difficoltà alcuni interpreti, rallentando l’esecuzione e creando asincronie piuttosto evidenti.

Il pubblico ha vissuto con difficoltà il momento in cui i quattro danzatori hanno assunto dei liquidi da alcune bottiglie per poi riversarlo dalle proprie bocche in secchi blu. Liquido bianco per gli uomini, rosso per le donne. Forse a voler richiamare fluidi corporei, forse per rimandare alla passione infedele di Clitennestra con Egisto. Scene forti che forse risultano difficili da comprendere se non si conosce a fondo la tragedia greca di Eschilo.

La conclusione di questo stravagante e perturbante Coefore Rock&Roll è arrivata in maniera quasi inaspettata per il pubblico. Gli spettatori, infatti, hanno atteso a lungo prima di applaudire, lasciando che gli interpreti si esibissero in numerosi inchini per accertarsi che la performance fosse davvero finita.

“Coefore Rock&Roll” di Enzo Cosimi. Foto di Francesco Carbone

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