(A)round: un giro a turno nell’esistenza

Fratello, la prima parola che si ascolta, pronunciata a voce alta, con tono scherzoso. Fratello, evocazione di umanità, d’appartenenza. È di questo che narra “(A)round: un giro a turno nell’esistenza” coreografia di Claudio Malangone dell’esperienza della vita umana, attraverso sei tappe dell’esistenza: Infanzia, sessualità, conflitto, disagio d’esistere, ambiguità e morte.
Si potrebbe affermare che il filo conduttore dell’opera sta nella geometria: il cerchio. Il cerchio è una figura primitiva, primordiale, che evoca immediatamente l’idea di un percorso infinito, di un ciclo continuamente ripetibile, che è, nel caso particolare di (A)round, il ciclo della vita.
Come già notato, il percorso dello spettacolo si svolge in tappe, tappe che rappresentano un percorso di crescita dell’essere, in cui è evidente di volta in volta un dualismo tra individuo e gruppo.
Ogni individuo è a sé stante, tuttavia l’insieme di individui costituisce un gruppo, un nucleo sociale, una cellula a cui ogni uomo appartiene in quanto tale; così ogni danzatore è chiamato a rappresentare un tassello dell’esperienza umana individuale e del rapporto che quest’ultima intreccia con la realtà e la molteplicità di esseri che lo circonda.
Da questo dissonante accordo tra singoli e molteplici scaturisce la drammaticità dell’esistenza e la volontà di ricercare o attendere la verità.
Musica, spazio e ritmo accompagnano i danzatori e gli spettatori lungo questo viaggio che ascende alla profondità, attraverso i livelli (basso medio e alto), i percorsi, la teatralità e la poetica dell’opera.
Ed è proprio con somma poeticità che si conclude lo spettacolo: l’epilogo lascia agli spettatori un profondo senso di mistero, con una domanda martellante sulla più incognita dimensione dell’esistenza, o per altri della non-esistenza: la morte.
Fratello copri gli occhi con la mano, l’ultimo grido di umanità. Quando uno si spegne, un altro si ridesta, all’infinito.
È lecito, infine, affermare o quanto meno pensare che (A)round si propone di rivelare l’universalità e l’assolutezza dell’esperienza umana, in chiave contemporanea, dimostrando che al di là delle epoche, dei costumi, delle culture gli uomini sono uomini.
“(A)round: Allegro ma non troppo” spettacolo della compagnia Borderline Danza, diretta da Claudio Malangone, andato in scena il 30/10/2015 presso l’Auditorium Centro Sociale di Salerno in occasione de “ I Dialoghi di R.A.I.D. MOVE”.
danzatori/autori: Luigi Aruta, Adriana Cristiano, Natalia Cristofaro, Antonio Formisano, Francesca Montesanto, Francesco Morriello;
costumi: Borderline Danza;
disegno luci: Francesco Ferrigno sotto la regia di Claudio Malangone.

Fotografia di Angela Tommasino

Giada Ruoppo

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