ROMA – L’11 marzo del 1921 nasceva, a Mar del Plata in Argentina, Astor Piazzolla, musicista, compositore e geniale strumentista, tra i massimi interpreti e riformatori del tango. In questo stesso giorno di marzo, nel 2021, il Balletto di Roma ha dato il via alle prove della nuova produzione dal titolo “ASTOR” per onorare, a 100 anni esatti di distanza, l’arte e l’ingegno del grande autore argentino.

Un viaggio, quello che ha iniziato la Compagnia del Balletto di Roma, nelle suggestioni e sonorità del tango, genere musicale (tra note e danza, canzone e testo) nato nei sobborghi di una Buenos Aires di fine ‘800 dall’esigenza di comunicare tra persone di culture, lingue e tradizioni diverse. Una forma d’arte che ci ricorda, oggi più che mai, che i passi del migrante sono quelli che vivono tra distacco e speranza.

Uno spettacolo che può definirsi un “concerto danzato”

ASTOR, produzione 2021 del Balletto di Roma, omaggia questo mondo attraverso un “concerto danzato” che vede l’incontro e la fusione di suono e movimento, strumenti e corpi, tra ricordi passati e nuove visioni.

Il progetto, che ha ricevuto il patrocinio dell’Ambasciata Argentina in Italia, vanta un eccezionale cast artistico e coinvolge alcuni dei massimi rappresentati della scena contemporanea: un’operazione di ampio respiro che coglie e abbraccia le mille sfumature del tango attraverso la musica, il ritmo, la danza e il lighting design.

Le musiche di Piazzolla, arrangiate per l’occasione dall’estro eclettico del compositore polistrumentista Roberto Molinelli, ed eseguite dal bandoneón di Mario Stefano Pietrodarchi, esecutore brillante di fama internazionale, saranno protagoniste di una partitura dalle molteplici suggestioni, arricchita dal disegno coreografico di Valerio Longo per gli interpreti del Balletto di Roma. Ispirato dalla carismatica presenza del maestro Pietrodarchi, dai preziosi effetti luce di Carlo Cerri, ma anche da un personale vissuto di migrazione familiare, Longo condurrà gli otto danzatori del Balletto di Roma lungo un viaggio trasformativo in cui respiri e fusioni saranno al centro di originali azioni coreografiche.

A fare da collante fra tutti gli elementi compositivi di quest’opera/concerto sarà la maestria di Carlos Branca, regista argentino di spicco nel panorama teatrale italiano e sudamericano, nonché profondo conoscitore del “mondo Piazzolla”.

In scena i sentimento degli odierni emigranti

“ASTOR rievoca i sentimenti degli odierni migranti andando oltre la purezza tecnica e rituale del tango, per rafforzarne energie, desideri e palpitazioni tutte contemporanee – sottolineano gli autori – Un concerto da cui fioriscono corpi capaci di esprimere l’audacia di un respiro mancato e quella di un abbraccio negato: primo atto d’amore, dopo la violenza di un virus che tutto ha spazzato via, tranne la voglia di ritrovarsi e stringersi”.

Ed è “coraggio” la parola chiave di questa nuova avventura produttiva: il coraggio declamato dai testi immortali di Jorge Luis Borges e quello dello stesso Astor Piazzolla, che sfidò gli schemi della musicalità del “tango viejo” per arrivare al “nuevo tango” divenendo celebre in tutto il mondo.

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