Surreale, vigoroso, folgorante. Addio alla fine di Emio Greco e Pieter C. Scholten, lo spettacolo coreografico itinerante in coproduzione con ICKamsterdam, Theater a/h Vrijthof e Nederlandse Dansdagen, nato due anni fa e quindi proposto in prima italiana per il Napoli Teatro Festival Italia con meritatissimo successo nel remake “ad hoc” tra le Locomotive del Museo Nazionale di Pietrarsa, è un viaggio oltre confine, che sfida con forza i linguaggi e gli stili dell’era contemporanea cercando ritmi, nessi e divergenze tra i significanti del suono, dei rumori e delle luci, della parola recitata e della danza accanto ai significati dell’esistenza e di una cultura umane, lacerate dalla crisi quanto in volo verso la libertà. Un viaggio tra gli interpreti e il pubblico raccolto intorno, fra le dimensioni spazio-tempo e gli esecutori stessi, nell’ideale circuito fatto di gesti, impulsi e implosioni, tremori, introspezioni. In pratica, un percorso coreutico e sensoriale d’azzardo che incuriosisce, coinvolge fino a entrare nel sangue per poi convincere e continuare a sorprendere, in bilico tra le utopie sociali di Hans Boutellier e l’ironia visionaria del felliniano “E la nave va”, citato a più riprese: si parte in esterna, dal gran piazzale, accompagnati dai lunghi segnali di un’imbarcazione pronta a salpare e dalla guida, efficacissima, dell’attore Leandro Amato che recitando il testo di Bo Tarenskeen, in traduzione italiana curata da Francesco Durante, ribadisce il senso della fine, incrociando finzione e realtà. Tra la folla, intanto, entrano e danzano gli otto prestanti performer, Emio Greco compreso, in varia foggia vestiti e in cammino dietro la donna velata che reca presumibilmente l’urna cineraria dell’ultimo soprano, fin verso il capannone delle locomotive tagliato da una lunga passerella da 30 metri e 5,20 di larghezza.

ADDIO ALLA FINE di Emio Greco e Pieter C. Scholten (foto di Salvatore Pastore)
ADDIO ALLA FINE di Emio Greco e Pieter C. Scholten (foto di Salvatore Pastore)

Qui in primo piano, sulle musiche di Šostakovič, Ives e su altre pagine inedite o rielaborate ad arte dallo stesso Scholten, sfilano corpi, dinamiche di fuoco, sincronie a pericolosa distanza. Poi, la sirena della nave, sfuma nel fischio di un treno in corsa, in suggestiva mimesi con il contesto museale anche grazie alle spettacolari luci di Henk Danner e Paul Beumer.

ADDIO ALLA FINE di Emio Greco e Pieter C. Scholten: scena d'insieme (foto di Salvatore Pastore)
ADDIO ALLA FINE di Emio Greco e Pieter C. Scholten: scena d’insieme (foto di Salvatore Pastore)

Infine, ci si sposta nuovamente e si conclude il viaggio dinanzi al palco en plein air dell’Arena sul mare: s’incontra il canto di Patrizia Di Martino e si attraversano ritmi di marcia, passi techno, folk e la breve ironia di un classico cigno per un’ulteriore visione coreutica. Diversa ma, ancora una volta, giocando entro ed oltre la quarta parete.

Paola De Simone

Iscriviti alla Newsletter