La danza torna al Teatro di Roma con un cartellone ancora più ricco e articolato grazie alla III edizione della vetrina sulla coreografia contemporanea IL TEATRO CHE DANZA, in scena sui palcoscenici dei teatri Argentina e India dal 13 giugno al 15 luglio, e con ripresa dal 19 al 27 settembre.

Da sempre aperta alla creatività, alle plurali forme della performance, alle nuove tendenze del teatrodanza, la rassegna quest’anno conta 11 creazioni per un totale di 20 rappresentazioni e 12 coreografi a firmare il cartellone, tra autori affermati come Giorgio Rossi, Cristina Kristal Rizzo, Roberto Castello, Ariella Vidach, Silva Rampelli, Enzo Cosimi e figure emergenti come Salvo Lombardo, Joao Garcia Miguel con Lara Guidetti, Annamaria Ajmone e Marcela Santander Corvalán.

Un vero e proprio viaggio coreografico che racconta e riporta sulla scena realtà e visioni differenti, segni di orizzonti culturali e geografici lontani, grazie alla presenza di coreografi e interpreti provenienti da diversi paesi europei e del mondo, molti dei quali under 35, segno della vitalità di un linguaggio pronto a raccogliere e restituire stimoli, paesaggi, ambienti diversi. Coreografie che non sono punti di arrivo, ma indagini in corso. Filo comune delle creazioni è l’indagine sul movimento nello spazio, in particolare quello sviluppato dall’incontro fra i diversi performer: la relazione fra gli individui, e dunque la varietà dei sentimenti che gli incontri innescano, è uno dei temi di ricerca degli autori in programma.

Aprirà la rassegna Giorgio Rossi (fondatore e direttore artistico di Sosta Palmizi) che presenterà Sulla felicità il 13 e il 14 giugno al Teatro Argentina, performance interpretata da 11 giovani danzatori che si interrogano su cosa sia oggi la felicità, intesa come scoperta fisica, personale, emotiva, ritratta scucendo i confini sociali, generazionali, culturali o di genere.

Il 17 e il 18 giugno sempre sul palcoscenico dell’Argentina, Jayachandran Palazhy (direttore dell’Attakkalari Centre for Movement Arts di Bangalore) presenterà Bhinna Vinyasa, un lavoro in cui arte e letteratura si fondono con ricordi di esperienze vissute, frammenti di sogni, mutazioni ambientali, migrazioni, su una partitura sonora realizzata dal compositore tedesco Martin Lutz mixando paesaggi elettronici alla musica carnatica dell’India Meridionale.

La rassegna si sposta al Teatro India, il 22 e il 23 giugno, con Salvo Lombardo, già proposto lo scorso anno con Casual Bystanders, che in questa edizione sarà impegnato in una creazione internazionale che coinvolge 6 danzatori, in arrivo da Italia, Lituania, Cina, Russia, Spagna. Il lavoro Twister attinge infatti al vissuto e alle memorie dei 6 interpreti, coinvolti nella costruzione di una comunità temporanea dove scambiare le proprie esperienze in uno spazio che da privato si fa pubblico.

Ad arricchire l’offerta sul contemporaneo, Cristina Kristal Rizzo, importante presenza internazionale già fondatrice del collettivo Kinkaleri, che sarà il 4 e il 5 luglio all’India con Prélude: una danza d’ensemble con 7 performer di diversi paesi europei, una composizione astratta in continuo farsi e disfarsi, con l’ensemble che diviene corpo unico in movimento.

Il 6 e il 7 giugno ancora innovazione sul palcoscenico dell’India con il portoghese Joao Garcia Miguel che firma Skies, un assolo costruito per la danzatrice e coreografa Lara Guidetti, coprodotto dalla compagnia italiana Sanpapié e dalla compagnia portoghese dello stesso Garcia Miguel. Un solo ispirato alle Baccanti di Euripide nel quale si indaga la vita e la morte, la distruzione e la rinascita del divino che è in ogni essere umano. A partire dalla unione di Eros e Thanatos prende corpo una fisicità intensa, spasmodica, lirica ed energica allo stesso tempo.

Sulla scena non mancherà l’irriverenza e l’originalità di Roberto Castello con la sua ultima coreografia, ALFA-appunti sulla questione maschile, con 5 danzatori impegnati in una partitura che mescola parole, movimento e musica live, e che indaga l’identità maschile e la sua costruzione, 11 e 12 luglio all’India.

Le danzatrici e coreografe Annamaria Ajmone e Marcela Santander Corvalán firmano Mash, in scena sempre al Teatro India il 7 e 8 luglio. Con il termine “MashUp”, in ambito musicale si indica una composizione realizzata miscelando due o più samples, in modo libero, attraverso l’appropriazione e la manipolazione degli elementi. Il lavoro Mash applica, in parte, lo stesso processo nel territorio coreografico per creare una nuova dimensione relazionale ibrida, dinamica.

Che ne resta di noi? è partitura fisica, senza parole, diretta dalla coreografa Claudia Casolaro, che interrogherà gli spettatori del Teatro Argentina il 12 luglio attraverso 6 figure umane in movimento su una scalinata che non porta ad alcun cielo. Una drammaturgia che non segue un filo narrativo, ma procede per associazioni poetico-musicali maturato durante un processo di improvvisazioni del gruppo di lavoro Estia Teatro (Carcere di Bollate), guidato dalla regista Michelina Capato, da Claudia Casolaro e dall’allenatrice del senso teatrale Matilde Facheris.

Il 14 e il 15 luglio al Teatro India appuntamento con Ariella Vidach, coreografa attiva a Milano da molti anni, che indaga da sempre con Claudio Prati il rapporto fra tecnologie robotiche e il movimento umano. Il lavoro Temporaneo Tempobeat, interpretato da 5 danzatori, perlustra la dialettica fra movimento e suono, a partire dalla vocalità come estensione dell’azione, approdando a gesti che sono pure sintesi, grazie anche all’utilizzo dei media interattivi.

Appuntamento a settembre con Euforia di Silvia Rampelli, coreografa di Habillé d’eau, in prima nazionale il 19 settembre al Teatro India con Alessandra Cristiani e Eleonora Chiocchini. A danzare è lo spazio che si trasforma nella fusione tra movimento, suono, immagine, mentre la voce che irrompe è una ferita che non spiega, non commenta, ma suggella uno spettacolo che può essere letto solo come viene vissuto.

Chiude la rassegna uno tra i più autorevoli registi-coreografi della scena italiana, Enzo Cosimi, che il 26 e 27 settembre al Teatro Argentina presenterà l’ultimo atto della trilogia Sulle passioni dell’anima: Thanks for Hurting Me. Quest’ultimo capitolo indaga l’esperienza emozionale e sensoriale del dolore che può trasformarsi in occasione di transito da stati d’animo diversi e farsi momento di purificazione.

In copertina : Attakkalari _ BHINNA VINYASA

Letizia Gioia Monda

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