Re-Garde della Compagnia MF (Maxime Freixas, Francesco Colaleo) è uno studio ironico e sensuale sulla proiezione interna ed esterna dello sguardo: due danzatori, uomini, di differente figura, con maglietta rossa e pantaloni color sabbia, attraverso un corridoio di luce, inaugurano la scena con i primi movimenti, fatti da un lento, controllato ed intenso contact che da una parte del palco li porta verso una luce guardata, un andare che però poi torna, richiama all’origine, un andare insieme, un aiutare l’altro a scavalcare su di sé per andare. La proiezione dello sguardo è intensa, mirata, lavorata, è il fulcro dell’attenzione del pubblico e della tensione dei danzatori; una volta arrivato, dopo il trattenuto andirivieni, lo sguardo diventa la relazione tra l’uno e l’altro, una relazione cadenzata in cui la musica scandita a suoni metallici ed elettronici conduce una serie di passi ripetuti che portano i due a presentarsi. Gli sguardi verso fuori e verso dentro stabiliscono le partiture della struttura del duetto dei giovani danzautori, il guardarsi (a vicenda) ed il guardare verso (ora il pubblico, ora il davanti) apre le porte anche al guardarsi interiore ed alla possibilità di presentare delle parti di sé. Lo sguardo del corpo di Francesco è quello dell’affermazione esplosiva e determinata, della paura dell’accecamento, dell’imposizione; lo sguardo di Maxime è quello di un pupazzo che cerca amore, che si riempie dei sorrisi degli altri. Tra i due è lotta, amore, ammiccamento, sfida, un danzare insieme, fianco a fianco, in favolosi momenti di prese, di leve con un sincrono meraviglioso. Il lavoro è teatrale, su un ironico andante, le partiture musicali si affastellano con registri vari, si intrecciano: da elettronica si passa alla musica classica francese, a suoni, risate, simbolo del giudizio che lo sguardo porta con sé. La danza dei due tiene fede alle regole del peso, del respiro, della dinamica, dello spazio, del ritmo, della qualità e crea un miscuglio che sfocia nella teatralità senza pause, nella descrizione danzata senza parti bianche. Lo sguardo degli occhi, della testa, del corpo è una volontà precisa e puntuale che si sente nelle chiusure di movimenti eseguite in maniera rapida, concisa. Il lavoro è frutto di residenze ottenute in Italia ed all’estero, grazie al sostegno alla produzione della Compagnia Artemis danza, all’interno della quale i due danzatori lavorano, ed è ancora un work in progress, selezionato inoltre nell’ultima edizione di Anticorpi XL. I dettagli e la pulizia di alcuni passaggi definiscono sempre meglio il senso del racconto ed ogni volta l’esperienza della scena rivela la necessità di puntualizzare delle parti. Il circuito indipendente e libero con il quale si muove la Compagnia ha permesso loro e permetterà sempre di più la possibilità di superare molte sfide, selezioni, per la bravura tecnica ed espressiva dei danzatori, ma anche proprio per la politica e la filosofia portata avanti all’insegna del rispetto e sostegno dell’arte della danza e dello spettacolo dal vivo. La compagnia è nata in Francia, dove la possibilità di costituirsi in gruppi per lavorare ed esibirsi è già diffusa, sostenuta, volontà che, invece, in Italia, tra i giovani, ancora non è molto presente. Lavorare insieme significa sostenere non solo dei progetti coreografici ma anche rispettare la sacralità della danza e diffonderne la bellezza, la necessità, far conoscere la parte importantissima che fa il pubblico. Re-garde cattura il pubblico perché da un’astrattezza artistica di fondo regolata dall’arte del movimento fa nascere l’ironia, la risata, l’empatia spontanee ed include il pubblico in strutture riconoscibili, seppur sempre nuove ed originali. Lo spettacolo è stato dunque ospitato a Napoli nel cartellone danza del Teatro Piccolo Bellini venerdì 29 gennaio in una serata condivisa con la Compagnia Equilibrio Dinamico che ha, invece, presentato Confini Disumani di tutt’altro registro e stile. Mentre i due danzautori studiavano la possibilità di relazione attraverso lo sguardo, i danzatori di Confini Disumani, guidati dalla coreografa Roberta Ferrara, hanno messo il pubblico di fronte ad una sfrontata e ripetuta frenesia, in cui anche il senso di appartenenza al proprio corpo viene meno. Da un quadro iniziale di gruppo, trii, assoli e duetti si susseguono a ritmi incalzanti in cui dramma, iperattività, senso di sradicamento da se stessi vengono alla luce. Il problema attuale della nostra società è proprio la perdita del senso di appartenenza, l’essere migranti, profughi, privi di identità e quando queste condizioni arrivano a confini disumani allora scatta la follia, la frenesia continuativa. I danzatori, molto bravi e preparati tecnicamente, nonché dotati, sono stati molto incisivi in linea con la tematica drammaturgica senza concedere nessun momento di pausa, riflessione o speranza: forse c’era bisogno di mostrare il limite per poi sperare in una reazione quasi di esigenza liberatoria da parte del pubblico. La scelta musicale ha coinvolto  brani tradizionali dai suoni mondiali, simbolo della comune ed universale condizione dell’uomo di oggi. E così che queste due realtà si sono incontrate per una sera donando al pubblico un bellissimo spettacolo umano.
Re-garde
con
Francesco Colaleo
Maxime Freixas

regia e coreografia
Francesco Colaleo
Maxime Freixas

produzione
compagnia MF
in coproduzione con
Compagnia Artemis Danza
Monica Casadei

con il sostegno
ACS Abruzzo

 

Confini disumani
con
Beatrice Netti
Nicola De Pascale
Antonella Albanese
Jasmine Melrose
Serena Angelini
Tonia Laterza

coreografia
Roberta Ferrara

produzione
Equilibrio Dinamico

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