NAPOLI – Venerdì 7, sabato 8 e domenica 9 febbraio ai Quartieri Airots – Il Teatro dei 63, è andato in scena “Memoria”, un lavoro di Loris Seghizzi con Iris Barone, Loris Seghizzi, Walter Barone e Eros Carpitta, nell’ambito della rassegna teatrale “Allegati 2 – Airots” curata da Salvatore D’Onofrio.

Tic, tic, tic, tic. Stesso suono, stessa battuta, ogni volta una pausa più lunga, poi una più breve, poi tutto di getto, poi lunghi stop. E ancora tic, tic e tic. Il suono viene dalla dita pigiate sulla più antica macchina da scrivere, illuminata da una fievole luce gialla e la radio accesa. Quindi i primi passi sulla scena, quindi i primi racconti. Il ticchettio delle dita sulla macchina da scrivere, diviene lo spartito musicale dove i protagonisti sulla scena, tra oggetti di ogni tipo, fanno risuonare i propri corpi di una voce che racconta storie incise nella carne che li ha generati. Memoria è la storia di un teatro mai chiuso, senza quinte, non per forza coi copioni da rispettare, non per forza coi soldi in tasca. E’ la storia di un teatro che cammina, che poggia su ideali forti, che sopravvive resiliente al mondo che si frantuma sotto i colpi della seconda guerra mondiale e del nazifascismo, nonché tutto quello che ne viene negli anni successivi. Memoria è la storia di un teatro coerente, concreto, di sangue che scorre di vena in vena, di corpo in corpo, di generazione in generazione. Allora non stupisce la naturalezza con la quale scivola lo spettacolo: gesti sicuri, minimali, netti, decisi e forti, interagiscono sulla scena sostenendo la parola nella generazione di immagini, foto, momenti di extra – ordinaria vita quotidiana passata su e giù per l’Italia. Enza Barone, figlia di attori, nata e vissuta nella Compagnia di Teatro Viaggiante, inizia la propria esperienza artistica proprio negli anni della guerra. Attraverso il racconto dei figli in scena, rivivono i ricordi, i viaggi, gli aneddoti, gli incontri importanti, materializzandosi in frammenti di spettacolo tra un tic e l’altro. Una vita spesa per il teatro, seguendone appassionatamente e fedelmente ogni singolo mutamento e trasmettendone l’amore ai figli, così come hanno fatto a loro volta i genitori con lei. Memoria è una storia di vita vera che neppure la più creativa penna di teatro avrebbe mai potuto immaginare di scrivere. E’ un racconto che tempra lo spettatore, lo cattura immediatamente, lo commuove in più momenti alimentandone il fuoco della riflessione critica. E tutto accade nella meravigliosa cornice dei Quartieri Airots – Il Teatro dei 63: uno spazio dalla sacralità unica, gestito da Giuliana Pisano, capace di cristallizzare narrazioni, emozioni e corpi in un’atmosfera intima e familiare che, nelle voci tremolanti e negli occhi umidi di sensibilità, trova la magia del teatro che sta tra la gente, che genera conoscenza, che si fa politica. Memoria è uno spettacolo auto – biografico, ma non auto – referenziale, io – centrico ma non ego – centrico, che racconta il vissuto di una famiglia attraverso i pezzi, di carne, che la compongono. E’ una storia che, usando il veicolo “teatro”, migra in ogni spettatore vestendosi di dono, di ricchezza e di possibilità: è la più isolata finestra su un passato sconosciuto, sopito, sicuramente non scritto sui libri, in grado di generare domande e risposte sul presente.

Luigi Aruta

Iscriviti alla Newsletter

Danzatore, docente di danza e chinesiologo. Opera come performer e giovane autore in Borderline Danza di Claudio Malangone e collabora come danza-educatore con enti e associazioni. Attivo nel campo della ricerca pedagogico-didattica, porta avanti un'indagine sui vantaggi della danza come dispositivo di adattamento cognitivo e sociale.