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Luci ed ombre in “Convergenze” di E.Sperimenti Dance Company

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ROMA – Impeto e quiete, sonorità e (pochi) silenzi, luci ed ombre e viceversa in un continuo alternarsi ben scandito di pulsioni diverse. Convergenze, creazione di Federica Galimberti per E.sperimenti Dance Company ricerca, ed evidentemente trova, pulsioni tribali e desideri atavici provando a contestualizzare il tutto in chiave volontariamente contemporanea e collocando la scena in un impianto non sempre conducibili al tribalismo grazie all’intelligente uso della musica elettronica.

Visto in scena allo Spazio Diamante di Roma – curato artisticamente da Alessia Gatta e pertanto attento a dare luce a quei giovani artisti che nonostante tutto e tutti propongono produzioni che, a prescindere da qualsiasi gusto e giudizio di valore, appaiono più che mai solide e strutturate – anche questo “esperimento” convergente della Galimberti sembra libero da dettami forzatamente stilistici ed estetici, puro e astratto, senza pretesa di essere altro da quello che è.

L’esperimento coreografico porta in scena 4 danzatori, tutti volutamente uomini, dai quali pur riconoscendo un grande valore tecnico e di impegno fisico estremamente notevole, vorremo poter pretendere di più dal punto di vista delle sfumature interpretative, maggiore maturità – che poco dovrebbe aver a che fare con la giovane età anagrafica – e consapevolezza del brano portato in scena.

Convergenze, anche nei momenti in cui sembra essere più simile ad un esercizio ripetitivo, rimane coerente e in grado di calibrare le volontà creative e coreografiche di una giovane coreografa che, con un proprio linguaggio, si affaccia alla scena che ha personalmente costruito con una buona stabilità dei propri strumenti – ben oltre le scelte coreografiche, quindi dalle musiche di autori vari all’impianto illuminotecnico curato da Loris Costi – e uno sviluppo pulsante e omogeneo, perfettamente in grado di valorizzare sia le luci che le ombre di tutte le parti che compongono l’intero spettacolo.

Caterina Giangrasso

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