Quando uno spettacolo teatrale registra il sold out è sempre esaltante, se poi a riempire la sala è un pubblico di giovani e giovanissimi è ancora più esaltante. Ed è quello che è accaduto sabato 8 marzo al Teatro Nuovo nell’ambito della rassegna “Quelli che la danza 2014” con “Kaze mononoke” spettacolo della DaCru Dance Company. Ideazione e regia di Marisa Ragazzo, coreografia della stessa Ragazzo e di Omid Ighani. Due personalità artistiche molto diverse tra loro: di formazione accademica la Ragazzo, street Ighani. Dal loro incontro avvenuto nel 1996, in questa occasione viene fuori uno spettacolo molto particolare, di grande suggestione e ritmo.
Innamorati entrambi della sperimentazione estrema e delle contaminazioni di stili e linguaggi, Marisa Ragazzo e Omid Ighani creano una dimensione coreografica insolita. Amano la velocità, il virtuosismo tecnico, la fusione dello spazio teatrale con il codice artistico della strada, dalla quale attingono le spinte verso l’arte nei diversi suoi aspetti. E tutto questo si ritrova nella coreografia presentata al Nuovo.
“Kaze mononoke” è ispirata alla tradizione giapponese della contemplazione della fioritura primaverile dei Sakura, i ciliegi. Una tradizione che i due coreografi raccontano in quattro capitoli: si parte dall’inverno candido e quieto, per continuare con l’autunno che tinge tutto di rosso, fino ad arrivare alla primavera dai colori tenui, per finire all’estate luminosa e carica del canto delle cicale.
Sei i danzatori in scena (tutti bravi)

Una scena della coreografia Kaze mononoke
Una scena della coreografia Kaze mononoke

, Samar Khorwash, Paolo Ricotta, Serena Stefani, Claudia Taloni, Afshin Vajavandi, Tiziano Vecchi che si muovono come petali sospinti dal vento in una scenografia bianca come un foglio di carta sul quale loro scrivono un racconto poetico e lieve. A colorare la scena delle immagini a video: un bellissimo albero stilizzato dal quale vengono giù velocissimi tanti e tanti petali rosa, neve, fino ad un campo di grano giallo sole. Una coreografia nella quale si miscelano con grande equilibrio hip hop, danza contemporanea, house, jazz, breaking e linguaggi artistici innovativi, scandita da musiche ben scelte che vanno tra gli altri dai Monster, Bon Iver, Steve Reich, Radiohead. Un linguaggio artistico nuovo e molto interessante quello creato da Marisa Ragazzo e Omid Ighani.
Tanti gli applausi. Una unica pecca: un taglio di 10 minuti avrebbe reso perfetto il ritmo dello spettacolo. Un bel successo per la rassegna “Quelli che la danza 2014” che quest’anno ha presentato tante belle coreografie. Peccato che gli appuntamenti non prevedono mai una replica.
Raffaella Tramontano

Iscriviti alla Newsletter

Giornalista professionista dal 1987, è direttore responsabile di Campadidanza Dance Magazine, fondato nel 2015 con Gabriella Stazio. Dopo aver lavorato per quasi venti anni nelle redazione di quotidiani, ha scelto la libera professione. E’ stata responsabile Ufficio Stampa e pubbliche relazione del Teatro di San Carlo, del Napoli Teatro Festival Italia, dell'Accademia Nazionale di Danza, responsabile Promozione, e marketing del Teatro Stabile di Napoli/Teatro Nazionale. Ha curato numerosi eventi a carattere nazionale e internazionale. Con Alfredo d'Agnese, nel 2015 ha fondato R.A.R.E Comunicazioni società press & communication.