Teatro Argentina

ROMA – Prende vita ufficialmente la Fondazione Teatro di Roma. A 18 mesi di distanza dall’inizio della fase di commissariamento (iniziato nel novembre 2021, con l’affidamento dell’incarico di Commissario Straordinario all’Avvocato Gianluca Sole, e proseguito dal dicembre del 2022 sino a oggi, dalla Dott.ssa Giovanna Marinelli), è stata dunque completata la procedura di trasformazione del teatro capitolino da associazione a fondazione.

Da associazione a fondazione in cerca di una maggiore stabilità

La trasformazione, deliberata dell’Assemblea dei Soci in data 28 dicembre 2022 e voluta dai soci fondatori Roma Capitale e Regione Lazio con l’avallo del Ministero della Cultura che esercita la vigilanza, doterà la fondazione di personalità giuridica di diritto privato e con autonomia statutaria e gestionale regolata dalle norme previste dallo statuto. Della fondazione faranno parte il Teatro Argentina, il Teatro India, il Teatro Torlonia e il Teatro Valle.

Il nuovo modello prescelto, così, tenterà, di rispondere all’esigenza di dotare il sistema teatrale cittadino e nazionale di una nuova istituzione connotata da una maggiore stabilità finanziaria. Lo strumento della fondazione, infatti, consentirà al Teatro di Roma di aprirsi anche all’apporto di ulteriori soci che, assieme ai soci fondatori, potranno contribuire a garantire la solidità della struttura e la capacità di creare offerta culturale, secondo criteri di efficienza, efficacia e progettualità, anche grazie all’apporto che i nuovi soci daranno al fondo di dotazione dell’Ente, attraverso appositi conferimenti.

Lavoratori precari manifestanti fuori il Teatro Argentina

Proseguono le mobilitazioni dei precari per chiedere tutele

Intanto, mentre si aspetta la prossima ricostituzione degli organi statutari, con la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione e l’avvio della procedura di selezione del nuovo Direttore Generale, i lavoratori e le lavoratrici del Teatro di Roma proseguono la loro mobilitazione. Lo scorso martedì 16, fuori al Teatro Argentina, durante l’ultima Prima della stagione (“Edificio 3. Storia di un interno assurdo” di Claudio Tolcachir), un gruppo di professionisti e professioniste dello spettacolo, sostenuto dalle CLAP (Camere del Lavoro Autonomo e Precario) e dal RISP (Rete Intersindacale Professionist* dello Spettacolo), ha manifestato con cartelli e volantini. Ad oggi, infatti, resta precario il 40% dei lavoratori del Teatro di Roma. In questa cifra, oltre a 12 stagionali e 20 persone scritturate, sono compresi anche i servizi di biglietteria e di sala (già parzialmente esternalizzati) e quelli di pulimento, manutenzione e guardiania (già esternalizzati). Le richieste per il futuro, dunque, già avanzate alla dott.ssa Giovanna Marinelli durante un incontro tra le parti avvenuto lo scorso marzo, riguardano l’impegno concreto da parte della Fondazione per la stabilizzazione dei precari e l’internalizazione dei servizi.

Con la fine del commissariamento e la trasformazione in fondazione, una nuova stagione progettuale del Teatro di Roma sembra essere iniziata. Ora starà alla regia dimostrare la volontà di assicurare le tutele lavorative necessarie.

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Giornalista pubblicista, cantautore e compositore, laureato in Lettere Moderne all'Università degli Studi di Napoli Federico II, ha proseguito la sua formazione in Discipline della Musica e dello Spettacolo concentrando le sue ricerche sul Cinema e studi visuali.