E’ deceduta per un infarto che l’ha colpita in Germania, Maya Plisetskaya, nata a Mosca nel 1925, grande ballerina, coreografa e maestra del balletto sovietico. Si era formata alla scuola del Bolshoi ed è stata una grandissima interprete del repertorio classico ottocentesco.

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Lago dei cigni, Schiaccianoci, Don Chisciotte sono solo alcuni dei titoli che ha interpretato con una personalità unica ed esclusiva era infatti molto apprezzata non solo per il suo virtuosismo tecnico ma anche per il suo fuoco espressivo. Il suo fisico longilineo e magrissimo ha anticipato le linee moderne che hanno sostituito nel balletto classico la ballerina piccola e minuta, incarnata per esempio dal modello che l’ha preceduta sui palcoscenici russi, Galina Ulanova. Natalia Makarova negli anni ’80 e Zakarova oggi, sono sicuramente sue degne discendenti. Ma la Plisetskaya, sposata ad un altro grande artista del mondo sovietico, il musicista e compositore Rodion Scedrin, ha arricchito con la sua grande forza espressiva il suo repertorio con interpretazioni del moderno balletto sovietico quali La Fontana di Bachcisarai e Laurencia. Ha inoltre creato i ruoli di protagonista in tre balletti composti dal consorte: Anna Karenina (1971), Il Gabbiano (1972) e Bolero (1976).
Diventata artista del popolo russo tra i più celebri del suo tempo, ha rappresentato il modello integrato al sistema dell’U.R.S.S. rispetto ai due “transfughi” eccellenti Rudolf Nureyev e Mikhail Baryshnikov ed ha ottenuto permessi speciali per le sue numerose tournee all’estero.

pli graham E’ più volte apparsa con loro in scena, clamorosa fu la prima volta che ciò accadde in una serata indimenticabile a New York. Nureyev e Baryshnikov danzarono in The Appalachian Spring della sacerdotessa della modern dance americana, Martha Graham e Maya interpretò il famoso assolo pseudo- indiano creato dalla maestra della Graham, Ruth St. Denis, ”Incense”. Dunque la Plisetskaya, all’apice della sua carriera, ha danzato brani di coreografi contemporanei ed anche in stili di danza considerati dissacranti per una celebrità del balletto classico, dimostrando come per i grandi artisti non esistono etichette e barriere stilistiche.

maja bejart

Per lei hanno creato balletti Roland Petit, La rose malade, e Maurice Béjart, Isadora. Ha danzato fino a Settanta anni e poi ha iniziato una brillante carriera come direttore di compagnia, negli anni Ottanta è stata a capo del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma e successivamente del Ballet Nacional de España, contribuendo all’esplosione del balletto classico iberico degli ultimi anni. Indimenticabile l’eleganza e la poesia della sua interpretazione della Morte del Cigno in cui le sua braccia “cantavano” la musica di Camille Saint- Saëns,  immortalata in vari brani filmati per fortuna delle giovani generazioni.

Roberta Albano

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Docente di Storia della danza all’Accademia Nazionale di Danza di Roma è laureata al DAMS dell’Università di Bologna in “Semiologia dello Spettacolo”. Docente di danza classica abilitata all'AND, è critico di danza, studiosa e autrice di saggi e monografie sulla danza. Dal 1990 al 2014 è vicedirettrice dell’associazione Movimento Danza di Gabriella Stazio. E’ inoltre socio fondatore di AIRDanza - Associazione Italiana per la Ricerca sulla Danza.