ROMA -Dal 6 all’ 11 dicembre al Teatro Vascello di Roma, è stato presentato il lavoro “Vivaldiana”, fra le più recenti produzioni di Spellbound Contemporary Ballet con le coreografie di Mauro Astolfi.
Vivaldi è stato uno dei violinisti più virtuosi del suo tempo, e uno dei più grandi compositori di musica barocca di sempre. Al centro di “Vivaldiana”, vi è una selezione di sue musiche meno conosciute che vengono portate in scena e tradotte in un universo di corpi e movimenti.
E si tratta di un universo, quello che crea Astolfi, dalla struttura precisa e dall’architettura tonica e semplicemente elegante. I danzatori rispondono all’opera musicale – un virtuoso concerto di voci e strumenti – costruendo, nello spazio, ambienti dalle linee essenziali, rigorose e pulite, in epidermico contrasto con l’estetica barocca.
Una coreografia spogliata da inutili eccessi
Le individualità e le emozioni degli interpreti – abili e preparatissimi – si mettono al servizio di un disegno collettivo spaziale spogliato dagli inutili eccessi e che, nonostante la formalità, trasmette – sottotraccia – una chiave di lettura ironica.
“Vivaldiana” è un apparente accesso diretto, visivo e materico, al genio e alla follia delle composizioni di Vivaldi. I gesti sono rapidi e millimetricamente organizzati in quadri che si susseguono con delle brevissime riprese di fiato tra uno e l’altro. La partita si gioca intorno all’essenzialità e alla leggerezza apparenti che contrastano con l’effort richiesto ai danzatori, praticamente sempre nella velocità e nella precisione di composizioni e scomposizioni geometriche articolate.
Il tutto immerso in un’ambientazione scenografica con un disegno di luci ridotto al minimo di una diffusa e fumosa penombra che viene, solo a tratti, sapientemente interrotta da fasci di luce taglienti che attraversano lo spazio creando nuovi volumi e sottolineando dettagli specifici. I costumi sono anche qui semplici e dignitosi, e mettono a loro agio i danzatori e anche noi grazie ai materiali e ai toni neutri – due modelli diversi distinguono donne e uomini. L’unico vezzo di colore è una proiezione di grandi rettangoli blu che, a un certo punto, si fissano sul fondale.
Un viaggio che riporta all’opera del musicista
Astolfi crea un viaggio che, proprio come l’opera del musicista barocco, vuole sorvolare, leggero e sicuro, sopra le epoche, le mode, i contesti, in cerca di una sua unicità ed universalità di linguaggio, in cui, anche, la distinzione tra spettacolo e realtà non viene sottolineata in modo netto. È un continuo rimando tra il semplice e il complesso, lo spontaneo e l’artefatto.
Quella riuscita ironia che chiude lo spettacolo
Alla fine, i danzatori giocano fra loro, e con noi pubblico, in una competizione di inchini, ma il momento non è naturale; lo spettacolo non si è ancora concluso. Così facendo, ci rivela una vena comica che era già stata, in realtà, introdotta dal teaser dello spettacolo al Vascello che vede protagonista Mauro Astolfi stesso, un piccola chicca di dietro le quinte (http://www.teatrovascello.it/2022/06/09/vivaldiana-22/)
CREDITS
Coreografie Mauro Astolfi
Interpreti
Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Mateo Mirdita, Lorenzo Capozzi, Miriam Raffone, Anita Bonavida, Alessandro Piergentili, Martina Staltari
Musiche
Antonio Vivaldi
Disegno luci & Set Concept
Marco Policastro
Costumi
Melanie Planchard
Assistente alla coreografia
Alessandra Chirulli
Foto di Martin Pinel