ROMA – Al Teatro Vascello, all’interno del Romaeuropa Festival 2022, Robyn Orlin porta in scena i performer di “Moving into Dance”, una delle prime compagnie interraziali di Johannesburg, nata durante l’apartheid. «We wear our wheels with pride and slap your streets with color…» è un lavoro sapientemente articolato intorno a diversi linguaggi – danza, musica dal vivo, video – che ci cattura ancor prima di iniziare. Gli spettatori vengono infatti invitati (o provocati?) ad accomodarsi in sala dai performer stessi che animano, con movimenti, colori e musica, il foyer del teatro.
Da lì, si parte per un viaggio tra le storie dei conducenti di risciò che portano i turisti in giro per Durban. Un viaggio trascinante ed ipnotico – grazie anche all’instant composition video che organizza le immagini in presa diretta e le rimanda su uno schermo che fa da scenografia – che ci conduce in un universo che rievoca le tradizioni zulù, proiettandole nella contemporaneità. Un universo esplosivo ed energico fatto di corpi, voci, ritmo ed immagini.
Siamo tutti insieme in questo spazio/tempo condiviso: dall’inizio, i performer ci rivolgono l’attenzione, ci guardano, ci invitano a tenere il ritmo con e per loro, a cantare insieme, ad alzarci. Vogliono che li ammiriamo, che ammiriamo i loro meravigliosi copricapi, i loro costumi, la loro danza. E non riusciamo a resistere ai colori sgargianti e ai movimenti potenti, anche se sappiamo che quei corpi, in realtà, ci raccontano di un contesto razzista e classista che vive “a scapito” di quei stessi corpi.
Robyn Orlin ci conduce con mano sicura, costruendo, con cura, un setting ed una trama che ci trascinano in un vortice empatico e sensuale. I ritmi bassi e i corpi audaci risvegliano le nostre energie e i nostri sensi sopiti. Siamo sedotti dai materiali e dalle decorazioni delle stoffe, dagli ornamenti delle maschere. Ci immedesimiamo mentre vediamo i danzatori giocare con un tubo pensile, a cui sono appese tantissime lattine colorate, che attraversa tutta la scena.
In tutta questa bellezza emergono sottili increspature, dei momenti in cui la realtà – per un attimo – si rivela per ciò che è: le maschere vengono riposte; la musica fa un passo indietro; il tubo (che intende richiamare il risciò) si fa minaccioso e sembra travolgere, a tratti, i performer, che di tanto in tanto, (ri)prendono le sembianze di un cavallo.
“Ihhashi” vuol dire cavallo in zulù, ma sta anche ad indicare i conducenti di risciò. Questo lavoro di Robyn Orlin è infatti dedicato a tutti gli “ihhashi” che non hanno superato i 35 anni di età, stroncati dalle povere condizioni di vita, dallo sfinimento, dall’oppressione. Uno dei danzatori ci confida alla fine, che sotto le apparenze – che possono anche cambiare forma – è sempre “la solita vecchia lotta”.
Lo sappiamo, ma nonostante tutto non possiamo non godere di questa gioia e di questa vitalità che ci vengono donate (applausi finali entusiasti e battiti di piedi hanno fatto tremare il Vascello), in un gioco poetico e preciso che riesce a denunciare senza pietismo, e valorizzando il senso di dignità e di resilienza, le condizioni di vita per alcune categorie sociali in Sudafrica. Un lavoro profondo, al contempo estetico e politico, che scava dentro di noi e ci offre un’alternativa: non fermarci alle apparenze scintillanti che a volte celano l’abisso delle ingiustizie.
ph. Piero Tauro
Crediti
Di: Robyn Orlin
con i danzatori di Moving Into Dance Mophatong:
Sunnyboy Motau, Oscar Buthelezi, Eugene Mashiane, Lesego Dihemo, Sbusiso Gumede e Masego Moloto
Video: Eric Perroys
Costumi: Birgit Neppl
Luci: Romain de Lagarde
Musica Originale: Yogin Sullaphen e Anelisa Stuurman
Tour Manager: Thabo Pule
Stage Manager: Jean-Marc L’Hostis
Produzione: City Theater & Dance Group, MIDM – Moving into Dance Mophatong and Damien Valette Prod
Coproduzione: Festival Montpellier Danse, Tanz im August – 32. Internationales Festival Berlin, Chaillot –Théâtre National de la Danse, Le Grand T- Théâtre de Loire-Atlantique, Charleroi Danse – Centre chorégraphique de Wallonie – Bruxelles, Théâtre Garonne – Scène européenne, Château-Rouge – scène conventionnée d’Annemasse
Con il sostegno di: DRAC Ile-de-France
Amministrazione, booking: Damien Valette
Coordinamento: Louise Bailly
Eleonora Tempesta