Lili
Sasha Riva e Christine Ceconello in "Lili Elbe Show". Foto di Nicolas Dupraz

NAPOLI – Applausi per Lili Elbe Show in scena lo scorso venerdì 17 febbraio al Teatro Bellini. La coreografia della compagnia Riva&Repele, ispirata alla storia vera del pittore Einar Mogens Andreas Wegener, ha riscosso molti apprezzamenti da parte del pubblico.

Il foyer del Teatro Bellini ha cambiato aspetto: sulle pareti, sugli specchi, ovunque cuori di cartapesta, ceramica e acrilico accolgono lo spettatore. Ci si trova subito immersi nella mostra E tu che core hai? di Manuela Belfiore, artista napoletana che fa della ripetizione ossessiva il suo tratto distintivo. Un cartello all’ingresso indica un “kiss point” proprio davanti alla locandina dello spettacolo, e stand espositivi delle associazioni Antinoo Arcigay Napoli e i Ken ONLUS attirano i curiosi.

Commovente storia di ricerca d’identità

Simone Repele, ironico e tragico “Pierrot”, apre lo spettacolo affermandosi sulla scena come incarnazione dell’estro pittorico. Lo spettatore viene poi rapito dall’allegria contagiosa che sprigiona la danza dei due coniugi e pittori Einar Mogens Andreas Wegener e Gerda Gottlieb, rispettivamente interpretati da Sasha Riva e Silvia Azzoni.
Ma la tela, sulla quale Gerda dipinge il marito nei panni di una donna, diventa presto lo specchio in cui si riflette Lili Elbe – evocata sulla scena da Christine Ceconello – vera anima nascosta del pittore che esige di venire allo scoperto e vivere. 

In un intreccio di passi a due – di ottima tecnica contemporanea che poggia su solide basi classiche – prendono vita i sentimenti più profondi dei vari personaggi: il turbamento iniziale di Gerda, il desiderio di libertà di Einar/Lili, il loro amore per la pittura che ancora li unisce.
A scuotere ancor più gli animi, una figura misteriosa attraversa il palco lanciando sguardi oscuri – sarà la Morte? La Mascolinità? Quel che è certo è che Jamal Callender completa il quintetto di eccellenti danzatori con la sua performance agile e frizzante.

Si giunge così alla conclusione della storia di Einar/Lili, che siede su di una sedia a rotelle al centro di un malinconico scoppiettante sabba – metafora degli interventi di riassegnazione sessuale a cui si sottopose nell’ultima parte della sua breve vita. E mentre la tormentata, sfavillante storia di Einar ha fine, Lili conquista l’immortalità.

Poetico, commovente, profondo, Lili Elbe Show ha rapito il pubblico del Teatro Bellini che non ha smesso di applaudire neanche con le luci della platea accese. (Fastidiosi invece gli applausi di alcuni durante la performance, che hanno interrotto spesso l’onirica visione). Nel avviarsi all’uscita, ovunque commenti positivi sulla coinvolgente espressività degli interpreti, gli splendidi costumi e l’uso magistrale della luce, fondamentale per creare atmosfere psichiche.

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