“In C”, un mondo sognato, disegnato a matita e colorato a pastello
Ph. Stephanie Berger

REGGIO EMILIA – “In C“, un mondo sognato, disegnato a matita e colorato a pastello, con i tratti ben accesi, intensi, marcati, con qualche segno che fuoriesce dai contorni e le stesse tonalità dei gusti del gelato o delle granite che si gustano sotto l’ombrellone. Un disegno di quelli fatti dai bambini, in cui il sole ha il sorriso, le persone fanno ciao dalle finestre delle case o dai finestrini delle auto e il mare, le montagne, le colline e l’arcobaleno si ritrovano in modo sorprendentemente accurato l’uno sopra l’altro a sperimentare adiacenze e proporzioni impensabili in natura.

Questa la visione che si staglia nella mia mente mentre assisto a “In C”, lo spettacolo che Sasha Waltz ha ideato e concretizzato nel 2021 seguendo, nel pieno della pandemia, la volontà di dialogare con l’omonima composizione musicale di Terry Riley, atto fondativo della musica minimalista, concepito negli Stati Uniti nel 1964.

Una composizione che parla dell’essere parte di un gruppo come individui

Lo spettacolo andato in scena al Teatro Valli di Reggio Emilia lo scorso 5 aprile segna con originale freschezza e vivacità la chiusura della Stagione Danza della Fondazione I Teatri e regala, oltre alla piacevolezza estetica, spunti estremamente contingenti rispetto al vivere comune nella società contemporanea: una danza vorticosamente democratica in cui il dialogo tacito e l’ascolto reciproco dettano tempi e ritmi intessendo trame tra i/le performer, la musica e lo spazio, interlocutori tanto immateriali quanto autorevoli in una composizione che parla dell’essere parte di un gruppo come individui.

53 partiture musicali corrispondono ad altrettante sequenze di movimento e insieme a loro costituiscono lo spartito che regola l’azione degli attori in scena, lasciando all’estro e alla discrezione di ognuno la libertà di fermarsi, ripetere, aggiungere pezzi e cambiare schema. Il do e la coreografia costituiscono il basso continuo, la pulsazione di riferimento, sempre presente e pronta per chi voglia agganciarsi seguendo un monologo interiore che dialoga con la costruzione d’insieme. Il personale diventa responsabilità collettiva e viceversa la riuscita dell’ensemble è una responsabilità estrinsecamente individuale.

Quanto spazio possiamo concedere alle nostre libertà personali senza ledere quelle altrui o danneggiare l’equilibrio dell’insieme? Nella costruzione sapientemente calcolata della coreografa tedesca questo principio democratico sembra funzionare alla perfezione e portare a esiti straordinariamente colorati.

Allineamenti e sfasamenti in un’irripetibile ripetitività

Un do suonato ripetutamente in ottave risuona preciso come un metronomo e lo scatto di una spalla e un voltarsi della testa di alcuni danzatori rispondono alla vibrazione appena iniziata: via via si aggiungono nuovi strumenti alla traccia musicale, mentre i movimenti in sequenza si sviluppano acquistando e perdendo proseliti di continuo. Il tutto procede per controcanti e unisoni, allineamenti e sfasamenti in un’irripetibile ripetitività che trasforma le sequenze in campo quasi senza che chi assiste se ne accorga, tanto si è presi (o persi) nel fluire continuo e costante dello sviluppo delle partiture.

I danzatori trovano l’unisono, l’aggancio fatale sancito da un sorriso, portano avanti lo stesso spartito per un po’, poi lo spezzano con tanta leggerezza e facilità che viene quasi voglia di salire sul palco e farlo insieme a loro. Si avanza per composizioni, scomposizioni, freeze e ripetizioni. I miei occhi rimbalzano, non c’è un unico fronte, l’attenzione si divide: ora si diverte a seguire lo sviluppo di quattro o cinque germogli di movimento alla volta per indovinare dove andranno a finire, ora è risucchiata da un unisono appena nato, ora coglie un danzatore isolato fermo ad agitare con la mano sinistra un campanello invisibile, ora ne segue due sconfinati in mezzo ai musicisti.

Nel ritorno dello stesso, ogni secondo brilla di singolare unicità

Lo spazio è un ulteriore corpo in scena: si spezza, si sdoppia e si biforca, si specchia, si frammenta, diventa fessura, si apre a ventaglio, si buca, avanza e indietreggia, imprevedibile tanto quanto i corpi e la musica. Ogni secondo brilla di singolare unicità, la stessa che mi regala l’impressione di conoscere personalmente i/le performer in scena, tanto è evidente il loro piglio individuale nel condurre le proprie scelte. Nel ritorno dello stesso, il lavoro non è mai uguale, cambia pur rimanendo lo stesso. E come è iniziato, di botto finisce: lascio la sala in silenzio rimbombando ancora di pienezza e con la voglia di semplicità, freschezza e… gelato.

In C
Ideazione e coreografia Sasha Waltz
Costumi Jasmin Lepore
Lighting Design Olaf Danilsen
Ideazione e drammaturgia Jochen Sandig
Danza e Coreografia Sasha Waltz & Guests
Danzatori Claudia Catarzi, Alessandra Defazio, Viviana Defazio, Davide Di Pretoro, Agnieszka Jachym, Melissa Kieffer, Annapaola Leso, Dominique McDougal, Michal Mualem, László Sandig

Crediti Musicali
In C di Terry Riley
© Associated Music Publishers Inc./ Edition Wilhelm Hansen. Con il permesso di Bosworth Music GmbH/Wise Music Group.

In C composto da Terry Riley
eseguito dal vivo da Ensemble Casella Conservatorio de L’Aquila
Maestro concertatore Oscar Pizzo
Lisa Falò violino; Daniela Golia violoncello; Marco Lepidi contrabasso; Simone Rotondi clarinetto; Angelo Mordente flauto; Samuele Cocciolone e Marco Tresca sassofoni; Alessandro Gizzi, Alfonsomaria Bentivoglio, Domenico Pestilli percussioni; Nicola Paparusso chitarra elettrica Oscar Pizzo tastiera.

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Laureata in Letterature comparate e postcoloniali all'Università di Bologna, combina la passione per la lingua e l'interesse per la danza scrivendo e conducendo ricerche nell'ambito della scena performativa contemporanea. Parallelamente all'impegno accademico e a quello giornalistico, porta avanti collaborazioni come dramaturg della danza e percorsi di ricerca personali come performer. Si occupa inoltre di organizzazione e promozione culturale collaborando con enti del terzo settore che si muovono tra danza e comunità.