Germana ErbaGermana  Erba  è morta ieri  a Torino dopo una malattia che l’aveva costretta sulla sedia a rotelle. Architetto, pittrice, costumista, scenografa, traduttrice, autrice di testi teatrali e di programmi  didattici, si  è  dedicata  al  Teatro mettendo  in  pratica  la  commistione tra  le  arti  in  prima persona  e  poi  attraverso  percorsi   formativi  e  di  ricerca,  in  sintonia  con  le  istituzioni scolastiche e  con  le realtà del panorama culturale sul territorio regionale e nazionale. Intelligente e poliedrica ha ideato e promosso la creazione dell’Agenzia di Formazione TNT, nel cui ambito il Ministero della Pubblica Istruzione ha istituito, su progetto di sperimentazione di Germana Erba, nel 1995, il “Liceo Coreutico” e nel 1998 il “Liceo Teatrale”, abbinati al “Liceo  Artistico TNT”. Dal 2004 è stata Dirigente Scolastico. E’ stata impegnata a livello internazionale per la “riqualificazione” degli artisti, oltre che nella formazione del Fondo Sociale Europeo. Dal 1985 ha assunto la direzione Artistica  di  Torino  Spettacoli, riconosciuto  Teatro  Stabile  Privato  di  Pubblico  Interesse  nel 1995,  proseguendo  sulla  via  del  padre  Giuseppe  Erba.  Giornalista,  iscritta  all’Ordine, ha collaborato con diverse testate sia della carta stampata che radiofoniche e online. E’ stata coordinatrice, ospite e relatrice in convegni e manifestazioni culturali. Ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti tra i quali il Premio “Valdo Fusi Torino Libera” assegnato dal Centro Pannunzio. Sempre attiva sul fronte delle tematiche legate all’inclusione e alla disabilità, Germana Erba ha così recentemente a spiegato la sua scelta di continuare nell’avventura teatrale anche quando una  malattia  neuromuscolare  l’ha  “costretta”  in  “carrozza”:  “Proseguo  nella mia mission di educazione al teatro, ancora di più oggi che vivo in prima persona le difficoltà di una vita che deve fare i conti con la disabilità. E, in linea con ciò che insegna e incarna il prof. Mario Melazzini testimone  straordinario  che  di  inguaribile  c’è  solo  la  voglia  di  vivere la mia rivoluzione continuo a farla in carrozza. Perché penso che il teatro possa aiutare una cultura talvolta ancora acerba a promuovere la partecipazione attiva, a “coinvolgere anche i disabili facendoli protagonisti del “contratto sociale” a tutti gli effetti”.

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