«Riprendere ad ogni Natale in palcoscenico Lo Schiaccianoci? È un’idea che trovo assolutamente vincente: è un sogno ad occhi aperti su un mondo fatato, che luccica, per atmosfera e argomento in sintonia perfetta con le festività natalizie. Inoltre è un titolo che al botteghino garantisce un incasso sicuro e, per gli spettatori, funziona come un grande classico che, esattamente al pari di un film di Totò, suscita sempre la gioia di rivederlo». È così che l’étoile Giuseppe Picone (in evidenza nella foto di Christian Donvito e, in basso, nell’immagine di Francesco Squeglia) particolarmente amato nella sua Napoli e applauditissimo interprete del Principe Schiaccianoci tornato anche quest’anno al Teatro San Carlo con il primo cast della ripresa “di casa” coreografata da Alessandra Panzavolta, commenta il ritorno ormai puntuale sulle scene partenopee – «come ovunque nel panorama internazionale», aggiunge – del capolavoro di Petipa e Ivanov sulle intramontabili musiche di Ciajkovskij. Quanto al pubblico più giovane, lui protagonista nel ruolo del titolo per innumerevoli volte, sin da quando aveva diciassette anni e con esso cresciuto sui palcoscenici di Londra, consiglia di guardare lo spettacolo «lasciandosi andare, per sognare ed entrare nella sua rara magia». Sul personaggio, il danzatore pluripremiato e, lo scorso anno, protagonista anche di un bel calendario d’arte targato LikeG, tiene tuttavia a precisare: «È un ruolo che ho sempre molto amato e in cui mi sono sempre divertito attraversandone le più svariate versioni (penso alla rilettura di Amedeo Amodio che, ad esempio, mi ha fatto uscire da una scatola). Tuttavia interpretarlo non è affatto semplice, sia in termini di equilibrio espressivo – spiega – sia per la tecnica richiesta che deve essere sempre, e assolutamente, cristallina». Relativamente agli impegni successivi, il 14 e 15 febbraio volerà in Giappone, per dar forma al Principe della Bella Addormentata con l’Iwaki Ballet Company, sarà di nuovo in Italia (dal 26 al 28 febbraio) per il Gran Galà “Il Cigno Nero” (tra Bologna, La Spezia e Padova) quindi, a metà aprile, danzerà in Butterfly al Comunale di Piacenza, con il Balletto di Siena, su coreografia e regia di Marco Batti ispiratosi al capolavoro pucciniano. Quanto alla possibilità di ulteriori progetti creativi sulla scia dei suoi Lacrimosa, Carmina Burana e Adagetto, annuncia infine: «Fra questo e il prossimo anno senz’altro tornerò alla coreografia, magari anche in un contesto d’opera o di operetta come quello non facile, ma di grande soddisfazione, varato lo scorso novembre a Salerno all’interno della Vedova allegra nella rilettura registica di Vittorio Sgarbi. Un’esperienza nuova e speciale, in cui la mia coreografia del Can-Can è stata addirittura bissata a grande richiesta».Teatro di San Carlo - Lo Schiaccianoci - Musica: Pëtr Il'ič ČTeatro di San Carlo - Lo Schiaccianoci - Musica: Pëtr Il'ič Č

Non meno legato per origini e scelte al palcoscenico sancarliano è il Principe Schiaccianoci di Alessandro Macario, protagonista con il secondo cast al fianco della propria compagna Anbeta Toromani (a destra, nella foto di Francesco Squeglia). Per Macario, il ruolo danzato a partire dall’anno 2003 e più volte interpretato anche in Giappone, vive intorno a due momenti precisi: «La trasformazione dello schiaccianoci in soldatino – sottolinea – e l’evoluzione in vero e proprio principe. Il che significa – prosegue – tecnica limpida, meccanica da un lato e, dall’altro, stile del classico principe delle fiabe, come quello di Bella Addormentata o Cenerentola, umanissimo e al contempo regale, d’impronta disneyana per intenderci». Al termine, il doppio ruolo di Clara e Fata Confetto che, dall’ottima Jurgita Dronina del primo cast, è passato nelle mani della talentuosa stella, della tv di “Amici” come dei grandi palcoscenici, Anbeta Toromani. «Clara è una bambina – chiarisce subito la prima ballerina ospite – attraverso la quale cerco di divertirmi veramente. È una bambina spensierata, un po’ viziata e a volte capricciosa, ora più dolce ma ingenua dinanzi all’incanto dei doni. La Fata è invece l’esatto contrario: una principessa di luce, adulta e, tecnicamente, molto sostenuta. Insomma, una bella occasione e una sfida, per dar vita alla polarità e, se vogliamo, alla metamorfosi – secondo la mirata rilettura di Alessandra Panzavolta – della protagonista femminile». Infine, le sue parole fra il lancio in tv e i successi in teatro: «Ferma restando la maggiore importanza che ho sempre dato al palcoscenico, credo che l’esperienza di “Amici” sia stata fondamentale per raggiungere il pubblico più giovane. Se poi la trasmissione abbia aiutato, come credo, a trasmettere anche la bellezza complessa dell’Arte della danza, allora – confessa – oggi ne sono molto felice».

Paola De Simone

 

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