Prosegue all’Accademia Nazionale di Danza RESID’AND edizione 2016/2017, progetto pilota nato con lo scopo di far dialogare AND, unico Istituto italiano di Alta Formazione Coreutica, con la danza indipendente, selezionando alcuni tra i coreografi più interessanti del panorama della danza contemporanea nazionale e internazionale. Sei gli artisti prescelti quest’anno ai quali è stato chiesto di lavorare in residenza presso l’Accademia con gli studenti dei Trienni di Danza Contemporanea e di presentare, al termine del lavoro fatto, una coreografia con protagonisti gli stessi studenti.

 

Dopo Nicoletta Cabassi, Erika Maria Silgoner  ed Enrico Paglialunga, arriva GIACOMO DELLA MARINA che porterà in scena,  il 7 aprile alle 19,30 nel Teatro Ruskaja.  il lavoro svolto all’Accademia con gli studenti danzatori del secondo Triennio di Danza Contemporanea sez B

Lo spettacolo si compone di tre coreografie. La prima parte è una composizione della studentessa Giulia Bean, del secondo Biennio di Coreografia, la seconda di un assolo creato e interpretato dal diplomando del terzo Triennio di Danza Contemporanea Carmine Caruso, in occasione della piattaforma coreografica “Emerging Choreographer Series 2017” di New York. La serata si concluderà nella seconda parte con l’opera del coreografo in residenza Giacomo Della Marina.

 

 

Il programma del 7 aprile

 

PRIMA PARTE

Sc(h)ordare

Coreografia: Giulia Bean

Musica: Antonio Vivaldi, Concerto per Violino Scordato in SI minore, RV 353

Interpreti: Giulia Bean, Vittoria Guarracino, Michela Tartaglia

Luci: Stefano Pirandello

 

La coreografia è uno studio nato da una ricerca semantica sulla parola“scordare” e i suoi significati. Il primo, quello più noto e usato, indica il dimenticarsi un qualcosa, letteralmente dal latino “togliere dal cuore”. Il secondo è la scordatura dal punto di vista musicale. Cosa succede se alteriamo una sola corda di uno strumento accordato? Saremo capaci di usare lo stesso strumento ma creeremo nuove sonorità e ambienti totalmente differenti.

Il lavoro esplora in che modo il corpo può “scordare” con entrambi i significati, cambiando continuamente ma rimanendo perpetuamente simile al passato.

 

High tide

– Alta marea-

Coreografia: Carmine Caruso

Musica: Max Richter, “November”, editing di Quentin Chiapetta

Interpreti: Carmine Caruso

Luci: Stefano Pirandello

 

La coreografia è stata creata a New York in occasione della piattaforma coreografica “Emerging Choreographer Series 2017” sotto la direzione di Mare Nostrum Elements, ed andata in scena il 27 e 28 Febbraio 2017 presso il La Guardia Performing Arts Center di New York  (Long Island city).

Simbolo di ogni energia inconscia, il mare è lo specchio nel quale l’Uomo rivela la sua essenza. Il mare è misterioso quanto sconosciuto: quella parte sotto l’iceberg alla quale vale sempre la pena ritornare, per riscoprire.

“High tide” (Alta marea) offre uno sguardo più vicino alla relazione tra il Mare e l’Uomo. Un’anima inquieta trova se stesso cercando fra le sue radici più profonde, cercando un equilibrio primordiale nel tentativo di riconnettersi con il suo vero sé. Attraverso un processo di purificazione e di empatia profonda con questo elemento, troverà la forza e la sicurezza che darà forma alla sua vita. Sarà capace di gestire questa nuova scoperta?

 

SECONDA PARTE

 

IOOI

Coreografia: Giacomo Della Marina  in collaborazione con i danzatori

Assistente alla coreografia: Fabio Caputo

Musiche: autori vari arrangiate da Alessio Ciborio Gioffredi CYB

Interpreti e voci: gli studenti del secondo Triennio di Danza Contemporanea sez. B – Lara Caliendo,
Eulalia Di Pietro, Andrea Gallina, Irene Insogna, Clarissa Limongi, Ma Yi, Alessandro Manco, Federica Micheletti, Maria Sole Montacci, Giulia Panza, Beatrice Parisi, Samantha Peloso, Gaia Rasulo, Aurora Ventruto, Sara Zanetti, Veronica Francesca Zinnari

Luci: Stefano Pirandello

Costumi: Giacomo Della Marina

Referente per l’AND: Elisabet Sjostrom

 

L’individuo e’ uno. In quanto solo, ha caratteristiche uniche e singolari che lo differenziamo da tutti gli altri esseri della stessa specie. Nasce e si sviluppa formando la sua propria identità che non e’ ripetibile o riproducibile.

La definizione di individuo varia a seconda del contesto di riferimento.

In tutti i contesti, tuttavia, permane il concetto di unicità.

La collezioni di individui in luoghi, spazi, situazioni determina un gruppo. Il gruppo ha una specifica forza che e’ determinata dalla presenza di molteplici diversità.

Al suo interno il singolo individuo apporta e contribuisce al modificare delle dinamiche, all’ evoluzione e alla trasformazione di una situazione di partenza. Nessuna dinamica nell’ evoluzione e’ riproducibile. Il moto e il perpetuo cambiamento del gruppo sono l’unica costante.

L’incontro crea dinamica, relazioni, sensazioni, desiderio e distacco.

Questi elementi creano un architettura sociale, spaziale e temporale e sollecitano reazioni a catena.

L’individualità scatena un costante apporto di informazioni che alimentano un costante cambiamento. L’individuo si trasforma e assieme ad esso si trasforma lo spazio che lo circonda. Moto dello spazio che crea spazio. Rilevanza della consapevolezza dell’io.

 

Al termine dello spettacolo il coreografo Giacomo Della Marina, accompagnato dai danzatori del II Triennio di Danza Contemporanea sez. B, incontrerà il pubblico per la presentazione e la discussione dell’opera rappresentata e del lavoro svolto.

 

GIACOMO DELLA MARINA

 

Giacomo Della Marina e’ un danzatore, insegnante e coreografo di Gemona del Friuli (UD). Si laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’ Università degli Studi di Padova nel 2004.

Nel 2008 consegue la laurea triennale in danza presso la Rotterdam Dance Academy CODARTS (NL).

Dal 2008 al 2010 balla presso la compagnia De Stilte (NL).

Dal 2010 danza in coreografie di W. Forsythe (USA, DE), N. Duato (SP), J. Gallagher (USA), K. Kanstrup (DK), G. Skrela (CA), J. Timmermans (NL), G. Maiorino (IT), M. Schumacher (USA), T. Stuart (NL), S. Van der Put (NL), S. Gillen (USA), D. Desnoyes (ca), S. Ulrickson (USA), N. Horecna (SK), K. Rosenberg (NL/IL), I. Galili (IL).

Lavora in produzioni dirette da registi quali P. Audi, D. Alden, B. Kosky, L. Pelly, A. Ollé, A. Breth, C. Loy.

Nel 2012 porta il suo solo What then if about a Lucky Trimmer a Berlino.

A settembre 2016 coreografa Manon Lescaut per la regia di A. Breth presso l’Opera Nazionale Olandese.

Dal 2013 e’ direttore artistico di  OpenFlr – Summer Choreographic Residency a Firenze.

Dal 2011 insegna presso il Laboratorio Internazionale della Comunicazione organizzato dall’Universita’ Cattolica di Milano e dall’Universita’ degli Studi di Udine.

Insegna danza moderna e improvvisazione a Cracovia, Rotterdam, Padova e Firenze e movimento per i cantanti d’opera presso il master della Dutch National Opera Academy ad Amsterdam.

 

Raffaella Tramontano

Ufficio Stampa Accademia Nazionale di Danza

mob +39 392 8860966

mail raffaella.tramontano@gmail.com

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