Era il 2006 quando Alessandra Ferri, a 43 anni ed in perfetta forma fisica, lasciò prima increduli e poi addolorati milioni di fans con la sua decisione di appendere le scarpette al chiodo. «Voglio lasciare la scena al top, con una coppa di champagne in mano» aveva dichiarato alla stampa irremovibile. Alle parole erano seguiti i fatti, ovvero una tourneé mondiale per salutare il pubblico e celebrare una carriera straordinaria cominciata all’inizio degli anni ’80. Dopo il commosso e trionfale addio alle scene alla Scala di Milano, al Metropolitan di New York, al Bunka Kaikan di Tokyo, l’ultima volta sul palcoscenico era stata il 10 agosto del 2007 al Teatro Greco di Taormina. Poi, dopo anni di silenzio, una nuova clamorosa notizia nel 2012, quella del ritorno alla danza, o meglio, il ritorno sul palco. E questa precisazione è d’obbligo, visto che l’étoile in questi sei anni di assenza dai teatri non ha resistito a lungo lontana dalla sbarra. Dopo una fase che lei stessa ha definito di lutto, in cui non riusciva ad allenarsi, è maturata la consapevolezza che ballare era un’esigenza irrinunciabile, molto più che un lavoro, un modo per sentirsi viva e comunicare al mondo. E così, dopo aver ripreso a studiare ogni mattina, a 49 anni si è aperto un nuovo capitolo l’estate scorsa, al festival di Spoleto, nello spettacolo di danza-teatro The Piano Upstairs di John Weidman. I personaggi del repertorio come Carmen, Giulietta e Manon fanno parte del passato, mentre il presente è fatto di ruoli nuovi, in cui riconoscersi e vivere in scena la propria età. Ruoli come quello di Lèa, protagonista di “Chéri”, la coreografia di Martha Clarke tratta dall’omonimo romanzo di Colette. Si tratta di uno spettacolo che non è un “semplice” balletto, ma un’unione di danza, teatro e musica, che è interpretato, oltre che dalla Ferri, da un altro straordinario principal dell’American Ballet, Herman Cornejo, e dall’attrice Amy Irving, voce narrante. Dopo la prima assoluta nel dicembre 2013 al The Signature Theatre di New York, “Chéri”sarà per la prima volta in Europa al teatro Alighieri di Ravenna il 9, 10 ed 11 giugno. L’evento si inserisce nell’ambito del Ravenna Festival, che nella sua programmazione dedicata alla danza può contare anche sulla presenza di un’altra star del balletto, Svetlana Zakharova, a cui è affidata il 5 giugno l’apertura della 25esima edizione della kermesse. La storia pubblicata da Colette nel 1920 è quella di una passione proibita scoppiata tra la cinquantenne Léa, cortigiana bella e ricca, e Chéri, ragazzo viziato e capriccioso che ha la metà dei suoi anni. Lei, dopo una vita passata da un uomo all’altro, senza mai aver conosciuto il vero amore, si ritrova ad essere stanca ed annoiata. Lui, attorniato da ragazze che gli si concedono facilmente e circondato da amici che si rivelano parassiti, avverte un profondo vuoto interiore. Fino a quando queste due anime smarrite in una società che non gli offre più stimoli si incontrano. La Ferri, che si è detta felice di poter interpretare una donna matura, asseconda – per la gioia di noi tutti – la sua voglia di non interrompere la comunicazione con quel pubblico che mai ha smesso di amarla, di esprimersi con il suo strumento di sempre, quel corpo minuto e flessuoso, dimostrando che come Léa non ha paura di invecchiare. Il New York Times, lo stesso quotidiano che definì la danzatrice milanese «una delle più grandi ballerine drammatiche di tutti i tempi», ha parlato di “Chéri” in toni a dir poco entusiastici, definendolo uno spettacolo pervaso da una «bellezza ipnotica». L’entusiasmo, siamo certi, sarà il medesimo del pubblico italiano, pronto a riapplaudire una stella che non ha mai smesso di brillare. La Ferri e la Zakharova sono soltanto due delle protagoniste, le più attese, dell’ampia programmazione di danza del Ravenna Festival. Nel ricco calendario vi sono anche il Ballet du Grand Théâtre de Geneve, la Trisha Brown Dance Company, il coreografo emergente francese Olivier Dubois. Inoltre, la danza contemporanea italiana sarà oggetto di uno spazio particolare con due nuove tappe del Progetto RIC.CI – Reconstruction Italian Contemporary Choreography – curato da Marinella Guatterini, mentre Micha van Hoecke coinvolgerà i giovani allievi delle scuole di danza di Ravenna in una nuovissima creazione corale intitolata “Le Maître et la Ville”.

 

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