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Da trentasette anni dirige la sua compagnia, l’Eifman Ballet di San Pietroburgo per la quale ha creato oltre cinquanta spettacoli.

Nominato ‘Artista del popolo di Russia’ e insignito di prestigiosi riconoscimenti, Boris Eifman  ha le idee molto chiare: sviluppare nuove forme di coreografia per costituire un repertorio innovativo, basato sulla tradizione. Personalità singolare e carisma da vendere, ha portato il suo lavoro in giro per il mondo, ogni volta con un successo travolgente di pubblico e critica.

La sua versione coreografica del Requiem di Mozart, in scena al Teatro San Carlo da stasera fino a mercoledì 25 giugno, è già un successo annunciato.

“Sono un po’ in ansia per la prima- dice il coreografo siberiano- era un mio sogno portare questo balletto in un teatro come il San Carlo con un’ottima orchestra e corpo di ballo. La mia versione del Requiem di Mozart è un esame di altissimo livello, non nascondo che sia io che il mio staff avevamo paura di non farcela, non eravamo sicuri che saremmo riusciti a realizzarlo al meglio, anche i danzatori che da lunghi anni lavorano con me hanno difficoltà ad eseguirlo. Desidero ringraziare i solisti ed il corpo di ballo per l’impegno profuso, i due protagonisti sono étoiles della mia compagnia e sono certo che lavoreranno in armonia con gli artisti del teatro, faremo di tutto perché la prima sia perfetta, siamo dei perfezionisti. In questo balletto non si parla di morte ma di vita, di come passi velocemente, un ragazzo diventa uomo e l’uomo diventa vecchio, con la speranza che esista l’eternità.” Sul podio il direttore Hansjörg Albrecht mentre Salvatore Caputo dirigerà il coro. Accanto ai due protagonisti Oleg Gabyshev e Lyubov Andreyeva, Alessandra Veronetti ( “La grande fortuna di un corpo di ballo è nell’opportunità di incontri importanti, con Boris Eifman oltre la bellezza, il potere delle emozioni, il coinvolgimento della musica e poi la forza della coreografia che non lascia indifferenti. Senza dubbio è un coreografo diverso da tutti gli altri.”) e Edmondo Tucci, primi ballerini del lirico napoletano, con il giovane Salvatore Manzo mentre nel secondo cast si esibiranno Alessandro Macario (“E’ un grande privilegio lavorare con un coreografo conosciuto a livello mondiale, c’è un grande impegno e un’energia incredibile”) e Anbeta Toromani (“A prima vista tutto scorre fluidamente, questa è la magia della danza! Poi ti rendi conto che ci sono mille dettagli, è uno spettacolo curatissimo”) e poi Roberta de Intinis (“La musica di Mozart non stanca mai, la coreografia coinvolge dal primo istante, riempie l’anima e non consente distrazioni”) con Raffaele de Martino e Carlo de Martino.

Una profonda riflessione sul miracolo della vita dove sofferenza, speranza e amore per l’umanità si fondono, dove passato-presente-futuro si intersecano perfettamente attraverso la memoria, l’esperienza, il viaggio fatto di debolezze, maturità, saggezza.

Concetti semplici e profondi che accomunano ogni uomo. In fondo anche se prendiamo strade diverse, andiamo tutti nella stessa direzione.

Elisabetta Testa

 

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