Il Covid uccide Ismael Ivo a soli 66 anni. Il coreografo brasiliano era ricoverato da oltre un mese nell’ospedale Sírio-Libanês  di San Paolo in condizioni gravi, al punto che si era reso necessario intubarlo. Il suo cuore si è fermato stamattina.

Se ne va un grande artista, personalmente anche un amico, del quale ricorderò sempre la professionalità, ma anche la gentilezza e il sorriso. Era bello dentro e fuori.

La storia

Ballerino e coreografo, dopo aver studiato recitazione e danza a San Paolo, e aver vinto il premio come miglior danzatore solista nel 1979, 1981 e 1982, nel 1983 entra a far parte della compagnia di Alvin Ailey a New York. Dopo due anni, dagli Stati Uniti approda in Europa, precisamente a Berlino dove rimane fino al ’96. A Berlino determinante è l’incontro con Ushhio Amagatsu, artista giapponese dei Sankai Juku e con il coreografo di teatrodanza tedesco Johann Kresnik (con il quale realizza il “Phoenix” nel 1985, “Mars” e “Francis Bacon” nel 1984, “Othello” nel 1995, “Labyrintos” la sua prima coreografia d’ensemble con la quale vinse il premio al Theaterhaus di Stoccarda nel 1993).

Il 1984 è un altro anno importante per la sua carriera: fonda l’Impulstanz di Vienna (nato come International Tanzwochen festival) che dirigerà per più di 15 anni. Mentre nella stagione 1996/1997 è direttore del Deutsches Nationaltheater di Weimer.

Nel 1999 inaugura Weimar capitale europea della cultura con “Mephisto” e nello stesso anno coreografa e dirige “Medea-Material” tratto dal testo di Heiner  Müller che combinava attori e danzatori. Contemporaneamente all’attività di Weimar, Ismael Ivo collabora di nuovo con il Theaterhaus di Stoccarda dove realizza insieme alla danzatrice Marcia Haydée “Tristan und Isolde”. La partnership con Marcia Haydée continua con “Aura”, una coreografia che firmano insieme per il Teatro Municipale di Rio de Janeiro, un omaggio a Miles Davis e Alvin Ailey premiato nell’ottobre 2000, poi con il balletto “Medea” (2001) creato per la compagnia classica Ankara State Ballet; e infine “The Maids” tratto dall’omonimo testo di Jean Genet (sempre 2001). Indimenticabile anche il suo “Edipo” di Sofocle, una sorta di performance/spettacolo teatrale senza parole (2001).

Nel 2002 diventa direttore della sezione Danza della Biennale di Venezia

In Italia si fa notare nel 2002 presentando con grande successo un assolo dedicato al fotografo Robert Mupplethorpe e nello stesso anno dedica anche uno spettacolo a Maria Callas. Dal 2005 al 2011 è stato direttore del settore Danza della Biennale di Venezia.

Il mio rapporto con Ismael era nato e si era consolidato nelle due occasioni che è stato a Napoli, per il Teatro Festival dove io ero ufficio stampa. La prima volta nel 2011 per un progetto che vide collaborare insieme la Fondazione Campania dei Festival, la Fondazione Paestum Festival e il Leuciana Festival. Un progetto tutto campano che nacque da un bando specifico per 25 danzatori. Le coreografie che andarono in scena furono due: “Sacrificium – victims of musical sensuality” e “Le sacre du printemps”. E poi nel 2013 con il debutto assoluto a Pietrarsa di “Mishima-The Garden of Forbidden Dreams” una coreografia che Ismael volle dedicare alla vita di Yukio Mishima, talentuoso artista giapponese che a soli 45 anni compì il suicidio rituale dei samurai. Una coreografia estremamente poetica.

Indimenticabile anche il suo lavoro del 2012 presentato a Venezia: “Biblioteca del corpo”, ispirata al racconto di Borges.

Gli ultimi incarichi: dal 2017 al 2020 direttore del Balé da Cidade de São Paulo, in Brasile, e poi co-direttore del Theatro Municipal de São Paulo insieme al direttore d’orchestra Roberto Minczuk. L’autunno scorso era stato nominato “artistic advisor” per l’emittente brasiliana TV Cultura.

Tra i molti messaggi di cordoglio, anche quello del Presidente, del Direttore Generale, Direttore del Settore Danza e Cda della Biennale di Venezia. “Una perdita – scrivono in una nota – per tutto il mondo della danza ma anche per una città come Venezia, che aveva amato Ismael Ivo per il suo carisma e la sua gioia di vivere, nonché per un’istituzione dove aveva contribuito a far crescere e consolidare a livello internazionale il settore Danza”

Lavorare con Ismael Ivo era veramente un piacere. Sempre gentile, sempre sorridente. Anche quando dirigeva i danzatori in sala prova non urlava mai, ma riusciva ad imporsi con il suo sguardo magnetico e il suo garbo. Una signorilità innata.

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Giornalista professionista dal 1987, è direttore responsabile di Campadidanza Dance Magazine, fondato nel 2015 con Gabriella Stazio. Dopo aver lavorato per quasi venti anni nelle redazione di quotidiani, ha scelto la libera professione. E’ stata responsabile Ufficio Stampa e pubbliche relazione del Teatro di San Carlo, del Napoli Teatro Festival Italia, dell'Accademia Nazionale di Danza, responsabile Promozione, e marketing del Teatro Stabile di Napoli/Teatro Nazionale. Ha curato numerosi eventi a carattere nazionale e internazionale. Con Alfredo d'Agnese, nel 2015 ha fondato R.A.R.E Comunicazioni società press & communication.