il cerchio primo

Spesso gli assoli sono elucubrazioni soggettive ed autoreferenziali che mettono in scena la sensibilità espressiva dell’interprete. Con Il Cerchio Primo, in scena al Piccolo del Bellini, non è così. E’ il prodotto di un collettivo di artisti, IF0021 di diversa provenienza e formazione. Nel 2009 la coreografa Emma Cianchi, il video-maker francesce Gilles Dubroca e Dario Casillo, sound designer , hanno creato IF0021 per dare vita a rappresentazioni dal vivo e istallazioni frutto della loro collaborazione.
Nel Cerchio Primo è evidente un lavoro denso e profondo in cui i tre artisti citati si avvalgono anche della collaborazione musicale di Raffaele Lopez , dei costumi di Leandro Fabbri, le scene dei Laboratori Flegrei e Kina e soprattutto la sceneggiatura di Giò Fonti, insegnante di Hara Yoga. Lo spettacolo ha infatti un’ impostazione simbolica in cui la multimedialità è protagonista ma non per un virtuosismo fine a se stesso.

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L’interprete è il performer Giueppe Brancaccio che si muove in uno spazio circolare delimitato dal gesso. In scena un mistico e suggestivo albero capovolto, simbolo del collegamento tra umanità e trascendenza in moltissime culture e tradizioni, diventa il punto di riferimento, la curiosità, l’aspirazione del performer. Lo spazio, però, non è solo visivo ma anche sonoro perché è delimitato da una barriera sonora che reagisce al movimento. Esterna al cerchio ma in un tentativo di dialogo, la violoncellista Manuela Albano interagisce con la struttura cirolare e con il danzatrore. La coreografia si incentra sulla circolarità del movimento a tutti i livelli ed è ottimamente interpretata da Brancaccio. La sua magnetica qualità di movimento subisce gradualmente un’evoluzione in cui l’iniziale curiosità gioiosa verso l’albero capovolto, che con suggestive proiezioni diventa intricato vaso sanguigno, cuore pulsante, albero della conoscenza ed albero della vita, diventa gradualmente una feroce ossessione, una disperata manipolazione che cambia lo spazio e la forma originaria fino ad un distruttivo incendio finale.

Il simbolismo dello spettacolo è leggibile a vari livelli come aspirazione al trascendente e ricerca del Sè, ma anche come metafora del difficile rapporto tra Uomo e Natura di cui quotidianamente vediamo le aberrazioni e subiamo le pericolose conseguenze.

 

Roberta Albano

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Docente di Storia della danza all’Accademia Nazionale di Danza di Roma è laureata al DAMS dell’Università di Bologna in “Semiologia dello Spettacolo”. Docente di danza classica abilitata all'AND, è critico di danza, studiosa e autrice di saggi e monografie sulla danza. Dal 1990 al 2014 è vicedirettrice dell’associazione Movimento Danza di Gabriella Stazio. E’ inoltre socio fondatore di AIRDanza - Associazione Italiana per la Ricerca sulla Danza.