la mia amica ombra

NAPOLI – Lo spettacolo La mia amica Ombra di Francesco Vecchione, andato in scena al Piccolo Bellini, è la fotografia di una realtà denudata e sbeffeggiata nel momento in cui urla per essere autentica e pura. La regia di Vecchione incarna, nella sua forma e rappresentazione più estrema e cruda, la poetica pirandelliana dell’uno, nessuno e centomila. I danzatori che popolano il palco ritraggono alla perfezione la caducità umana, tra resistenze e forze contrarie grottescamente espresse nei movimenti, nei sibilli e in risatine sarcastiche.

La scelta vincente di usare le suggestive maschere realizzate da Luca Arcamone

La scena si apre con brani di musica lirica conducendo così  il pubblico in un fascinoso viaggio tra gli oscuri sentieri dell’”umano essere”, dove l’individuo diventa l’altro di sé per poi diventare ognuno e tutti indistintamente. La drammaticità coreografica si insinua nella nudità fisica e successivamente trapassa le vesti della mente attraverso un labirinto onirico, fatto di immagini, di riflessioni, di rumori netti che delineano quel confine labile tra realtà e immaginazione.

L’utilizzo delle maschere, realizzate da Luca Arcamone, simboleggiano l’omologazione che vince sull’ individualità, l’apparenza che sovrasta l’essere, la necessità di essere tutti tranne che se stessi in un’ atmosfera danzante che, nel suo essere spettrale, richiama le sorti di un girone dantesco. La dannazione del perdersi e del ritrovarsi costituisce infatti  il suggestivo leitmotiv dell’intera performance artistica.

Miele e limoni a simboleggiare dolcezza e asprezza della vita

 Le forze avversarie che definiscono la complessità umana trovano inoltre metafora nell’utilizzo scenico del miele e dei limoni. La contrapposizione di sapori denota da un lato la dolcezza delle illusioni, a volte del latente inganno, e dall’altro l’asprezza della realtà nella sua crudezza palpabile e irreversibile.

Il linguaggio spontaneo utilizzato dai personaggi rende più naturale la comprensione delle vicessitudini umane. Lo sfogo, la rabbia, l’abbandonarsi  alle emozioni si tingono del quotidiano, di vita vissuta. Anche nei sogni.

Spicca in scena la protagonista Maria Anzivino

Prodotto da ArtGarage, il lavoro di Francesco Vecchione si è avvalso di bravi interpreti tra cui spicca Maria Anzivino. Al suo fianco Manuela Facelgi, Shih-Ping Lin e Antonio Tello  con la partecipazione di Giorgia Aiello, Gioele Barrella, Luigi Carpetta, Marianna Capasso, Rossella Cesarano, Roberta Cioci, Immacolata Friscuolo, Agnese Modena, Rosa Pellino, Sabrina Talamo, Alexis Wood

Iscriviti alla Newsletter