Claudia Sales, direttore artistico della compagnia D.N.A., è una coreografa che non può essere inscritta entro un universo stilistico definito, infatti le sue creazioni sono caratterizzate da contaminazioni di tipo temporale e spaziale. La sua danza si nutre soprattutto delle influenze americane, come la viscerale Marta Graham, o la tribale Katherine Dunham, fino al dinamismo di Alvin Ailey e alla forza e alla linearità di Lester Horton, ma anche il teatrodanza della grande Pina Bausch o il contemporaneo di Carolyn Carlson contribuiscono a costruire uno stile strettamente personale che sia fusione di Lyrical Jazz e danza contemporanea.

Tra qualche giorno, l’8 maggio, sarà in scena al Teatro delle Palme di Napoli con un nuovo lavoro in cui tutto il mondo della donna viene trasversalmente attraversato in una ricerca di ciò che è più nascosto e sconosciuto, dimenticato e rimosso da ritmi sempre più incalzanti che reificano l’essere umano fino a renderlo estraneo a  se stesso. Prima creazione dopo un grande dolore in ambito familiare “Intimo donna” è dedicato alla madre ed è il confluire di energie psicologiche e forze inespresse, sentimenti docili e legami indissolubili che, oggi più di prima, tornano a fare i conti con la coscienza. Mai titolo fu più azzeccato per la coreografa napoletana che fa passare la danza sotto la macina incessante di uno spirito esigente: meditazione, lettura, viaggio, improvvisazione, tutto questo caratterizza il momento creativo di Claudia Sales che diventa quindi l’anticamera di un progetto profondamente intimo e irripetibile in cui la donna di oggi incontra a metà strada l’ombra di ciò che un tempo era, srotolando e ripercorrendo a ritroso i filamenti di un DNA psichico ormai alterato e irriconoscibile.

Manuela Barbato

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